PORTA TOSA 3

Una delle sei porte di Milano

La Porta Tosa medievale, (la seconda quindi), venne eretta all'incrocio tra Via Visconti di Modrone e Via Cesare Battisti. In molte antiche mappe cittadine, non in tutte, viene rappresentata come un’imponente struttura a due fornici, due ponti levatoi e due torri. Da notare che in alcune piante del ‘600, come in quella del Barattieri o del Blaeu, la porta non appare affatto e questo rende assai difficile comprendere come fosse in realtà e anche fino a quando esistette. Giorgio Giulini (1714-1780), narra che già alla sua epoca dell’antica Porta Tosa non rimanesse nulla fuorché il ponte. Nel XVI secolo le mura spagnole andarono a proteggere in modo più adeguato una Milano in via di espansione solennizzando l’obsoleto scopo difensivo e daziario della cinta medievale. Sul finire del 1700 le antiche porte/pusterle, ormai prive di ragion d’essere, cominciarono a esser viste come un ostacolo al commercio e all’ urbanizzazione. Nei secoli queste porte, compresa la Tosa, vennero spesso modificate e adibite ad abitazioni, conservando un aspetto vagamente torreggiante ma smarrendo la connotazione storica originale e precludendosi ambizioni culturali. Una diatriba tipicamente e orrendamente meneghina che da sempre vede il passato come un ostacolo per il futuro. Nell'ordine caddero la Pusterla Romana(1796), la pusterla Orientale(1818) e quella di Sant'Eufemia, nota come Porta Lodovica, nel 1828. E Porta Tosa? Molte fonti, troppo spesso non accertate, confutano il Giulini asserendo che la Pusterla Tosa venne abbattuta intorno al 1790. Ciò che è certo, e che l'antica Porta Tosa e quella nuova coesistettero per un certo periodo durante la dominazione spagnola. Tra l’inverno del 1929 e l’autunno dell’anno successivo la Fossa Interna venne completamente interrata. Nel dicembre del ’29, durante la demolizione dei vecchi edifici del Borgo di Porta Tosa, con conseguente scomparsa del dedalo di caratteristici vicoli (Bissati, Colonnetta, Bindellino, Incarnadino, della Curva etc. foto 3) e la demolizione del ponte (foto 4), furono rinvenute le fondamenta murarie, compresa la base di un torrione, e alcuni resti di un ponte levatoio dell’antico ingresso cittadino. Il resto è storia. Assieme a ciò che rimaneva del proprio passato Milano rinunciò alla sua secolare anima fatta di acque e, dieci anni più tardi, i bombardamenti a tappeto la privarono definitivamente di ogni peculiarità urbanistica. E lì siam rimasti.

Riccardo Rossetti

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