Quando i capolavori erano in bianco e nero

Dopo averne viste di tutti colori in Televisione è forse un bene rigenerarsi con i due non colori primari: il bianco e il nero. Così, alcune sere fa, ho rivisto più che volentieri in dvd due film cosiddetti vintage: "Soldato sotto la pioggia", 1963, e "Lo spaccone", 1961. Entrambi in bianco e nero, entrambi con fra i protagonisti il grande - e grosso - attore Jackie Gleason, nato a New York il 26 febbraio 1916 e morto a Fort Lauderdale (Florida) il 24 giugno 1988.
John Herbert - Jackie - Gleason cominciò a girare film nel 1942, in pieno coinvolgimento americano e totale sconvolgimento bellico con "I tre furfanti" (forse una allusione ai tre dittatori nonché traditori Hitler, Mussolini, Stalin?) al quale seguirono: sempre in quello stesso anno altri tre film. Furono solo diciannove i film da lui interpretati fino a "Niente in comune", 1986, l'anno prima della sua morte per cancro. Gleason era un uomo grande e grosso, somigliante nel fisico e nel volto al nostro Francesco Mulè, la voce dell'orso Yoghi, il quale in un suo programma radiofonico asserì di avere incontrato in America Paul Newman e di essere rimasto stupito perché il divo era "Un Tappo!". Ora, a parte il fatto che Newman era alto un metro e settantasette, quindi propriamente tappo non sembrava poi essere, forse non era il caso di doverlo rimarcare. E' un po' come Christian De Sica che continua a dire che Cary Grant ha girato solo 16 film, quando invece furono una ottantina. Forse lo dice perché essendo De Sica (junior) interprete di decine e decine di film, crede che la quantità vada a favore della qualità. Con Paul, Jackie girò il famoso film "Lo spaccone", nei panni di Minnesota Fats, campione di biliardo sfidato dallo sconosciuto Eddie Felson, il quale alla fine riesce a batterlo. Il film vede anche la partecipazione di George C. Scott nel ruolo di un odioso "anticipatore" di soldi che poi vorrà riottenere a prezzi da strozzino, e di Piper Laurie, sfortunata ragazza zoppa che si innamora ricambiata di Eddie. Film cult cui l'interpretazione dei bravissimi attori, il cupo bianco e nero e la musica di accompagnamento donano un'aura di tristezza che ben si sposa con la vicenda narrata, tratta da un romanzo di Walter Tevis. Sebbene Newman gigioneggi forse un po' troppo, come era suo stile, è davvero molto bravo nell'interpretare il personaggio affidatogli, tale da renderlo indimenticabile (Alzheimer e demenza senile permettendo).

Il secondo film di cui si vuole parlare è "Soldato sotto la pioggia", tratto anche questo da un romanzo: di William Goldman e diretto da Ralph Nelson, con le meravigliose musiche di accompagnamento di Henry Mancini e con coprotagonista Steve McQueen. Qui il bianco e nero è più smagliante, più luminoso, tale da far meglio risaltare i personaggi della storia che si dipana con ritmo di commedia fino al triste, e solitario, finale (Osvaldo Soriano dixit). Jackie Gleason è molto bravo (come del resto il simpatico McQueen) e sfoggia nella interpretazione affidatagli una bravura da grande caratterista assurto al ruolo di protagonista. Gleason fu non solo attore ma anche musicista di vaglia in stile Henry Mancini e David Rose e conduttore di programmi televisivi, nonché autentico campione di biliardo. Fra i suoi dischi si vuole ricordare "Lonesome Echo", la cui copertina venne realizzata dal grande pittore Salvador Dalì. Tra i film da lui interpretati ci fu anche "Come ti dirotto il jet", 1969, tratto da una commedia teatrale di Woody Allen, e "Mister Miliardo", 1977, con Terence Hill. Per la Televisione girò 26 episodi della serie "La vita di Riley" e 39 per quella di "The Honeymooners", realizzati rispettivamente tra il 1949 e il 1956.

Jackie Gleason ha portato nei film e telefilm ai quali ha partecipato la bravura e la simpatia della sua arte recitativa, e ora che quei tempi sono irrimediabilmente trascorsi: ma non invano, visto che hanno fatto ottimi proseliti fra gli attori delle nuove generazioni a lui susseguite, li si rivede sempre con piacere e con un pizzico di nostalgia, pizzico il quale serve a far meglio circolare il sangue per far risvegliare tempi ed epoche passate non invano.

Antonio Mecca

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