SGUARDI

Proprietà del farmaco e diritto al bene della salute 

Il programma internazionale Covax per vaccinare i Paesi più poveri stenta a decollare, poiché si scontra con il dritto di proprietà intellettuale di chi ha inventato e prodotto i vaccini. Per questo motivo si moltiplicano i dibattiti e le prese di posizione di coloro che chiedono di far sospendere i diritti di proprietà nel commercio internazionale trattandosi del bene della salute da assicurare a tutti. Papa Francesco auspica questa internazionalizzazione dei vaccini e di non far vincere le leggi di mercato sul diritto alla salute, oltre cento Paesi hanno aderito a un appello in tal senso promosso dal Sud Africa e dall’India, alcuni premio Nobel tra cui Muhammad Yunus e Joseph Stiglitz sono favorevoli. L’Organizzazione del commercio internazionale, chiamata a pronunziarsi, lo ha per il momento escluso rifiutandosi a marzo di interpretare in senso favorevole l’articolo 9 del suo regolamento, ma si riunirà nuovamente il 6 giugno a Ginevra, per cui qualcosa potrebbe succedere. Naturalmente gli Stati Uniti e le grandi case farmaceutiche che finanziano i vaccini sono contrari alla sospensione. Negli ultimi incontri a distanza del Fondo Monetario si è ventilata l'idea di emettere diritti speciali di prelievo per sostenere i Paesi più in difficoltà. In Italia la brevettabilità è riconosciuta con la sentenza del 20 marzo 1978 della Corte Costituzionale, ma è prevista anche l’espropriazione “per ragioni di pubblica utilità”, accompagnata da un’indennità per il titolare del diritto di proprietà industriale. Intanto non bisogna guardare con sospetto alla proprietà intellettuale poiché senza brevetti non ci sarebbero ricerca e interessi a farla, né capitali pubblici e privati messi a disposizione, né tanto meno la volontà di rischiare e anche nel caso del Covid mai avremmo avuto vaccini in pochi mesi senza la collaborazione fra case farmaceutiche rivali. Certo occorre superare eccessive protezioni monopolistiche ed esagerati profitti e nello stesso tempo in caso di emergenza collettiva, come l'attuale, prevedere eccezioni e deroghe insieme con l'internazionalizzazione delle cure. Per la riflessione e per superare l'antinomia dei due diritti servirebbe far tesoro della lezione di Albert Sobin, scopritore del vaccino antipolio che, per permettere la più ampia diffusione del suo farmaco e che costasse poco, non ha mai voluto brevettare la sua scoperta né pensato con essa di arricchirsi.


Meno  figli in Italia non per il Covid

Dall’ultima pubblicazione dell’ISTAT si conferma il continuo calo della natalità nel nostro Paese: nel 2020 i nuovi nati sono stati solo 404.104, sedicimila in meno rispetto al 2019 (-3,8). Ora abbiamo toccato il minimo storico dall’Unità d’Italia. C’è chi plaude per questo necessario calo della natalità che contemporaneamente al massimo di decesso dal secondo dopoguerra: 746.146, 112 in più (+17,6) farebbe decadere sempre più la popolazione italiana. Infatti nel 2020 la popolazione residente nel nostro Paese è calata ancora di 384 mila unità rispetto all’inizio dell’anno. Certo il picco di decessi in più è dovuto alla pandemia, ma per il crollo delle nascite il Covid non c’entra, poiché siamo da anni nella medesima linea di flessione, che invece deve preoccupare. La causa principale è un clima sociale sfavorevole alla maternità e alla paternità, per cui le coppie non se la sentono di dare vita a nuovi bambini anche se lo desidererebbero; si pensi, ad esempio, all’organizzazione rigida del lavoro che non facilita la conciliazione con i tempi di vita, ai pochi congedi per i padri, alla poca condivisione dei compiti nella famiglia. Si tende anche a posticipare l'idea di un figlio per le difficoltà economiche e di lavoro. Paghiamo anche per decenni di politiche insufficienti o del tutto assenti, per un welfare quasi tutto sostenuto da mamme e nonni per la mancanza di servizi. Ad esempio gli asili nido pubblici, pur costituiti per una legge del 1971, sono in funzione solo al 12%. L’ultimo intervento governativo del “bonus unico per i figli” può senza dubbio aiutare, ma non fa superare la crisi delle culle vuote.


Gli abitanti di nuovo in calo a Milano

Dall’ultima mappa interattiva del Comune di Milano risulta che la metropoli ha concluso il suo percorso di crescita demografica. Col Covid s è ridotta certamente la componente più anziana della popolazione, ma nello stesso tempo si è verificato un salto all’indietro dei residenti. Sembra ieri: a fine 2019 si era appena superata la soglia psicologica del milione e 400 mila abitanti (per l’esattezza 1 milione e 400.431), un percorso in crescita avviato con l’Expo quando la città attraeva abitanti e cresceva demograficamente, in controtendenza col resto dell’Italia. Quella fase di crescita è finita per vari motivi: intanto sta diventando di norma poter studiare e lavorare a distanza senza vivere in città, la qualità della vita conta di più attualmente, si è spostata più avanti nel tempo la creazione di un nucleo familiare, aumenta l’invecchiamento della popolazione. Molti spunti di riflessione sul nuovo volto demografico di Milano potevano essere ricavati dalla mappa colorata alla Digital Week, evento svoltosi  dal 17 al 21 marzo. mappa interattiva del Comune di Milano risulta che la metropoli ha concluso il suo percorso di crescita demografica. Col Covid s è ridotta certamente la componente più anziana della popolazione, ma nello stesso tempo si è verificato un salto dei residenti. Sembra ieri: a fine 2019 si era appena superata la soglia psicologica del milione e 400 mila abitanti (per 1 milione e 400.431), un percorso in crescita avviato con quando la città era demograficamente in controtendenza col resto. Quella fase di crescita è finita per vari motivi: intanto sta diventando di norma poter studiare e lavorare a distanza senza vivere in città, la qualità della vita conta di più attualmente, si è spostata più avanti nel tempo la creazione di un nucleo familiare e l'aumento della popolazione. Molti spunti di riflessione sul nuovo volto demografico di Milano potevano  essere ricavati dalla mappa colorata alla Digital Week, evento svoltosi  dal 17 al 21 marzo.

A cura di Luciano Marraffa

L'INGLESE CANTANDO

Milano in Giallo

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Com'è bella Milano

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