SPIRA FORTE IL VENTO NELLE VELE DEL TURISMO ITALIANO
- 18 gennaio 2018 Cultura

La Lombardia terza regione italiana per visitatori stranieri
Nel 2016 i viaggi di turisti internazionali sono cresciuti del 3,9%, stando ai dati diffusi da UNWTO- United Nations World Tourism Organization; attestandosi a quota 1.235 milioni, 46 milioni in più rispetto al 2015. Gli analisti prevedono un’ulteriore crescita fino a raggiungere quota un miliardo e mezzo nel 2020. Causa ed effetto insieme della ripresa economica, il turismo in Italia ha ripreso a viaggiare, è il caso di dire, a gonfie vele. Lo confermano bilanci e previsioni.
Finita nel 2014 la pesante crisi, solo parzialmente compensata dalla costante crescita dei visitatori stranieri, nel 2016 - dati dall’Annuario statistico italiano Istat - il flusso delle presenze ha toccato quota 403 milioni; in aumento del 2,6% rispetto al 2015. Nell’ambito dei paesi dell’Ue, l’Italia si colloca in terza posizione per numero di pernottamenti negli esercizi ricettivi, con un’incidenza di stranieri superiore alla media europea (49,5% rispetto al 45,5%). E, secondo il rapporto previsionale degli operatori del settore, lo scorso anno le presenze hanno superato 420 milioni, più 4,2% rispetto al 2016.
Secondo un’indagine di Intesa Sanpaolo, in Lombardia, terza regione italiana per afflusso di visitatori stranieri, 2017 record, con 37 milioni di turisti, compresi gli italiani. E pure le feste di Natale e Capodanno hanno, come si suol dire, registrato il tutto esaurito. La Lombardia è tra le mete preferite dagli italiani per le vacanze invernali. Lo confermano le ultime rilevazioni dell'Osservatorio Confturismo-Istituto Piepoli. Al primo posto il Trentino Aldo Adige, al secondo la Toscana, al terzo la Lombardia. Seguono Piemonte, Veneto e Valle d'Aosta. Continua quindi il trend positivo. A consuntivo 2016 gli arrivi sono aumentati del 3,4% rispetto al 2015, e le presenze vanno ancora meglio, pari al 5,7%. Il dato, se confermato anche con i movimenti dei turisti della città metropolitana, è particolarmente positivo se si considera che viene rapportato a un anno in cui il tasso di crescita del turismo è stato a due cifre grazie ad EXPO. Notevoli quindi i benefici per l’economia del territorio; in termini occupazionali, sia pure temporanei, legati cioè ai periodi di media e alta stagione, ma anche per quanto riguarda gli investimenti: 3 su 4 operatori turistici si propongono di ammodernare e ampliare le strutture, mentre si moltiplicano corsi e scuole che puntano a migliorare la qualità dei servizi offerti. Non si può certo dar torto al ministro Dario Franceschini quando afferma: “L’Italia è la meta turistica più desiderata al mondo. Chi viene da noi vuole vivere un’autentica esperienza in cui cultura, cibo, stile e bellezza rappresentano un tutt’uno. Nei prossimi anni il turismo crescerà e a tassi percentuali elevati; la sfida è governare questa crescita valorizzando e salvaguardando il patrimonio diffuso in tutto il Paese”. Un richiamo rivolto a tutti coloro che siano desiderosi di scoprire le straordinarie meraviglie del nostro Paese. Non solo i grandi poli culturali universalmente noti, ma tutto il patrimonio diffuso nel territorio, i piccoli e grandi tesori nascosti tra le pieghe di un paesaggio sorprendente, tutto da scoprire.
L’Italia è davvero il regno della bellezza: i gioielli d’arte, archeologia, natura, le tradizioni popolari, i teatri, i paesaggi mozzafiato, i centri storici intatti sono infatti diffusi su tutto il territorio e creano una rete densa e sorprendente, un patrimonio spesso poco conosciuto ma prezioso, che merita di essere visitato, valorizzato, amato. Per questo l’Italia è la meta sognata e fotografata dagli stranieri più di Usa e Australia (seconda e terza in classifica). Accanto alle tradizionali preferenze di americani, tedeschi eccetera si sono prepotentemente proposti i cinesi che l’hanno eletta prima meta europea: secondo la citata UNWTO nel 2016 oltre 13 milioni hanno visitato l’Europa; e di questi, secondo i dati Istat-Confturismo, 3,79 milioni hanno scelto l’Italia dove hanno speso di più (quasi mille euro a testa) tra i Paesi UE. Del resto, nonostante i problemi di sempre, il Bel Paese permane vivissimo nell’immaginario del mondo. Basti un solo dato: gli studenti di italiano nelle università americane sono passati dai quasi 50 mila del 1990 agli oltre 71 mila del 2013, afferma la Modern Language Association. E l’italiano è al quarto posto tra le lingue moderne insegnate negli atenei statunitensi, che riscoprono il “dolce sì”, mentre noi abbiamo prontamente adottato l’”ok”.
Achille Colombo Clerici