TRENT'ANNI FA SE N'È ANDATO WALTER CHIARI
- 30 settembre 2021 Cultura

Quest'anno ricorre il trentennale della scomparsa di Walter Chiari, forse il più grande intrattenitore teatral-televisivo insieme a Gino Bramieri, suo quasi coetaneo perché fra i due attori intercorreva una differenza di soli quattro anni, Bramieri era del 1928 e Chiari nato l'otto marzo del 1924 a Verona. I genitori erano entrambi pugliesi; il padre Carmine, brigadiere di Pubblica Sicurezza, nativo di Grottaglie; la madre Vincenzina, insegnante elementare, originaria di Andria. A Verona la famiglia Annichiarico (questo il vero cognome di Walter) formata da lui, dal fratello e dai genitori rimase nove anni per poi trasferirsi a Milano, capitale morale del Paese nonché capitale umorale della politica, che a seconda di chi sale sul teatrino dei politicanti scende o sale per anni o decenni o soltanto pochi giorni (nel caso di Mussolini soltanto poche ore: a testa in giù a piazzale Loreto). E a proposito di Mussolini lì appeso: Walter Chiari ebbe a dire in un suo spettacolo che quando il Duce venne appeso capovolto, dalle sue tasche non cadde neppure una monetina, mentre dovesse succedere oggi con i politici attuali, sai cosa cadrebbe! Per quella sua affermazione il comico veneto-milanese fu criticato aspramente come c'era da aspettarsi. Walter iniziò la sua carriera di attore facendo divertire gli amici, i quali tempo dopo durante una serata al teatro Olimpia di piazzale Cairoli lo spinsero letteralmente sul palco dove il giovane ragazzo ventenne ebbe un tale successo da venire poco dopo scritturato dalla celebre soubrette Marisa Maresca, sorella di Lidia che era diventata la compagna di Peppino De Filippo. Nel frattempo Walter Chiari lavorava (primo impiego come magazziniere alla Isotta Fraschini), praticava lo sport (fu campione lombardo di pugilato categoria pesi piuma nel 1939, e di nuoto) e frequentò la scuola diplomandosi in maturità scientifica. Passò poi a svolgere la mansione di radiotecnico dove sarà di lì a poco licenziato per avere distrutto tre valvole, e quindi quella di bancario (come Bramieri) licenziato anche qui per essere salito sul banco e avere imitato Hitler. Si cimentò quindi come giornalista ma soprattutto come caricaturista. Nel 1943 durante l'armistizio sfollò ad Andria insieme alla madre e al fratello e vi rimase alcuni mesi, per poi con la famiglia tornare al Nord per non lasciare più solo il padre. Fu il 1946 l'anno di inizio della sua nuova vita. Marisa Maresca lo ingaggia per lo spettacolo che la vede come protagonista: "Se ti bacia Lola", e approda quindi al cinema con "Vanità", dove parla con la voce di Gualtiero De Angelis, voce storica di James Stewart e Cary Grant. A proposito di Grant: c'è Christian De Sica il quale si ostina a dire che lui ha girato più di cento film mentre l'attore hollywoodiano ne ha girati solo 27. A parte il fatto che furono 76, fra questi si trovano capolavori come "Notorious" e "Caccia al ladro" di Alfred Hitchcock, a fianco di Ingrid Bergman e di Grace Kelly, l'attore romano può invece vantare solo "Sapore di Mare" al fianco di Isabella Ferrari e "Asilo di polizia" al fianco di Ela Weber! Cosa dirà De Sica junior di Walter Chiari che di film ne ha girati 113? Nel 1951 ecco Walter partner maschile di Anna Magnani nel capolavoro di Luchino Visconti "Bellissima", nel ruolo di un cinico impostore di Cinecittà. Walter Chiari che ammirava scrittori del calibro di Hemingway e Dos Passos avrebbe voluto emularli, ma l'unico libro che gli riuscì di scrivere fu: "Quando spunta la luna a Walterchiari", titolo parodistico del film "Serenata a Valle Chiara", libro uscito nel 1974 e basato sui suoi ricordi personali. Quattro anni prima l'attore era stato arrestato per una brutta storia di droga, finendo per mettere nei guai anche Lelio Luttazzi, verso il quale il solito De Sica junior è uso rivolgersi mentre canta una delle sue canzoni con: "Viva Leliooo!", come se il compositore triestino fosse autore anche del testo (solitamente redatto da Leo Chiosso). Nel 1969 l'ormai maturo ma sempre giovanile showman sposò Alida Rustichelli in arte Chelli, conosciuta tre anni prima, e l'anno dopo avrà con lei il suo unico figlio: Simone, che nascerà quando il padre si troverà in carcere, Walter Chiari, a differenza di Luttazzi che mai più vorrà riprendere il suo lavoro in televisione e si limiterà a comporre musiche per film, tornerà invece prima al cinema nel 1972 con il film americano "Joe Valachi", e poi in Tv nel 1973 nello show diretto da Antonello Falqui "L'appuntamento", al fianco di Ornella Vanoni. Per quasi vent'anni l'attore si barcamenerà fra Rai e Tv private, diradando le sue apparizioni e i suoi guadagni e lasciando al figlio poco o niente. La sua vita fu bellissima come l'omonimo film da lui interpretato per vent'anni, quando il lavoro non gli mancava né a teatro né al cinema né in Tv né alla radio, dove ebbe la possibilità di frequentare donne bellissime quali Lucia Bosè, Mina, Ava Gardner, Marisa Maresca, per poi scendere sempre più in basso avvolto nella malinconia della terza età. Come ebbe a dire lui stesso: "Io non devo confrontarmi soltanto con i nuovi comici, ma anche con il Walter Chiari di dieci, di venti, di trent'anni fa". Uomo di indole buona e generosa non si curava di spendere il denaro, prestandolo a chiunque glielo chiedesse, e non pretendendone poi la restituzione. Il grande autore Italo Terzoli, che gli fu amico e inventò per lui il famoso sketch del Sarchiapone, mi disse che una volta, molti anni prima, gli aveva chiesto in prestito cinquecentomila lire e, al momento di volergliele restituire, Walter si oppose. Allora Terzoli si mise d'accordo con una sarta mostrandole la somma che aveva inserito in un cassetto del camerino dell'attore e pregandola di avvertirlo della sua presenza. E solo così gli riuscì di fargliele riottenere. Ospite di un residence situato nel quartiere Niguarda, Walter Chiari morirà per infarto il 20 dicembre 1991 e il funerale fu celebrato il giorno dopo. Sempre ricordato, sebbene inevitabilmente accantonato e questo fin da quando ancora era in vita, un attore del suo calibro rimane un esempio attoriale da seguire e imitare per quanto la bravura dei neo attori possa consentir loro di fare. Senza pronunciare parole volgari ma basandosi "unicamente" sul suo talento Walter Chiari occupa il giusto posto di rilievo nell'Olimpo della gente di spettacolo.
Antonio Mecca