La prima giornata del Salone è andata avanti tra presentazioni di novità editoriali e intermezzi musicali.

L'altra conferenza che mi è sembrata interessante è stata quella che metteva a confronto lo scrittore americano David Quammen e il virologo Paolo Vineis che lavora all'Imperial College di Londra. Quammen, giornalista scientifico, è tornato di grande attualità.

Nel 2012 era uscito il suo libro Spillover che ipotizzava una pandemia a partire da un virus che compiva il salto di specie animale-uomo.

Una profezia sinistra se si pensa a cosa sta accadendo oggi. Un episodio prevedibile, stando al suo racconto.

La zoonosi, una malattia spesso virale che passa da animale a uomo, è sempre esistita in natura. Numerosi studi scientifici hanno indagato virus simili, per forma e comportamento, al covid-19. Gli scienziati li hanno analizzati specie all'indomani di fenomeni gravi ma più circoscritti come il Mers e la Sars.

A questo punto Vineis ha aggiunto che è mancata del tutto la vigilanza su questo tipo di fenomeni. Gli scienziati e i virologi si stavano muovendo per individuare sistemi di sorveglianza delle specie animali più pericolose per l'uomo.

Poi è arrivato il virus cov-19 e ha trovato il mondo impreparato.  La riflessione si è quindi estesa ad altri campanelli di allarme inascoltati. Il primo è la popolazione terrestre che sfiora i sette miliardi di esseri umani. Una popolazione mai registrata prima, che sta modificando la Terra alla ricerca di risorse per vivere.

Ne derivano i cambiamenti climatici che abbiamo sotto gli occhi e la perdita di quelle aree, dalla Foresta amazzonica ai Poli che erano il regno della biodiversità animale e vegetale.

Il rischio che tutti questi processi, messi insieme, producano effetti devastanti, se trascurati, è sotto gli occhi di tutti.

La conclusione a cui arrivano entrambi gli intervistati è la necessità di una politica dei co-benefici ovvero agire su un aspetto alla volta per produrre benefici a cascata.

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