Expo: a due mesi dal via, un primo bilancio e una riflessione sul futuro di Milano

Alla vigilia dell'inaugurazione dell'esposizione universale, leggendo i commenti dei lettori sotto gli articoli delle principali giornali online si potevano individuare abbastanza facilmente due grandi fazioni: i cosiddetti “Expottimisti”, secondo i quali l'evento sarebbe stato un successo incredibile, capace di essere la locomotiva in grado di trascinare Milano e l'Italia fuori dalla crisi, e i “No-Expo”, che vedevano nella manifestazione l'emblema del malaffare italiano, ben simboleggiato dagli innumerevoli scandali di natura giudiziaria che lo hanno interessato, predicendo di conseguenza un futuro di sventure e insuccessi.

È chiaro che, trattandosi di critiche e riflessioni fatte a evento non ancora cominciato, si trattava di opinioni personali, formatesi nel corso degli anni seguendo l'evoluzione del cantiere e delle tematiche di Expo sui giornali, e non di una valutazione oggettiva basata su dati concreti.
A due mesi dall'inizio, però, è finalmente possibile tracciare un bilancio, parziale ma abbastanza esaustivo, dei numeri di Expo e del suo impatto sulla città.
Il primo dato da cui bisogna partire riguarda la cifra complessiva dei visitatori, punto sul quale c'era stato più dibattito.
Secondo i comunicati stampa diffusi da Expo s.p.a., a fine maggio le presenze registrate ai tornelli d'ingresso sono state 2,7 milioni, con un probabile aumento considerevole alla fine di giugno, complice la chiusura delle scuole e l'inizio delle vacanze estive.
Un buon numero, dunque, anche se sembrerebbe inferiore alle previsioni degli organizzatori che, stando a un documento riservato diffuso dal FattoQuotidiano, preventivavano circa 3 milioni e seicentomila visitatori per il solo mese di maggio, il che comporterebbe un risultato inferiore del 25% rispetto alle attese.
Oltre a questi dati sui visitatori occorre però dare uno sguardo anche ai risultati economici, sia per quanto riguarda i ristoranti all'interno del sito sia per gli esercizi commerciali a Milano.
Dentro a Expo, le cifre non potrebbero essere più ottimistiche, con 23 milioni di euro già incassati a fine giugno.
A fare la parte del leone sono i ristoranti regionali italiani della catena Eataly, con un incasso che si aggira intorno ai 3,8 milioni di euro lordi, seguito dalla cooperativa di ristorazione Cir, che raggiunge 1,7 milioni.
Primo dei Paesi stranieri è il ristorante della Spagna, non certo famoso all'interno di Expo per i prezzi popolari, che però ha incassato quasi un milione di euro, seguito da Olanda e Giappone.
Numeri importanti, ai quali fanno da contraltare le lamentele dei commercianti e dei ristoratori a Milano, che più volte in questi due mesi si sono lamentati dell'assenza del boom di presenze previsto in città e del conseguente ristagno dei guadagni.
La causa maggiore, secondo loro, sta nel fatto che le attrazioni presenti all'interno del parco espositivo fanno concorrenza agli esercizi in città, a maggior ragione dopo l'introduzione del biglietto a prezzo ridotto che permette l'ingresso serale a Expo.
È anche vero, però, che secondo l'Osservatorio Cartasi, che raccoglie i dati sugli acquisti effettuati con carta di credito sul territorio, il numero di transazioni per il mese di maggio risulta aumentato di ben il 16%.
Dati differenti e contrastanti, che possono essere in parte spiegati, per esempio. con un aumento degli acquisti solo nelle zone centrali di Milano, vale a dire dove la densità turistica è maggiore, e non nelle zone semi-centrali o periferiche, dove il flusso dei visitatori è storicamente quasi assente.
Come ultimo punto da analizzare resta da trattare l'impatto che hanno avuto sulla città gli eventi del cosiddetto “ExpoinCittà”, vale a dire la serie di manifestazioni connesse a Expo che hanno interessato Milano e l'hinterland a partire da maggio.
Secondo le statistiche, nel primo mese si sono tenuti 8293 appuntamenti, con un buon numero che si stanno aggiungendo al programma per i mesi futuri.
Quelli che hanno ottenuto il maggior numero di presenze sono stati il festival culturale “Wired Next Fest” e il concerto di Radio Italia, che ha riempito piazza Duomo.
Altro elemento positivo riguarda il numero degli ingressi nei musei cittadini, che hanno fatto registrare un incredibile aumento del 36 % rispetto allo stesso periodo del precedente anno.
Questi i dati fin qui. 
Alla luce dei numeri emersi, quindi, a due mesi dell'inizio si può affermare che Expo, nonostante i fondati timori della vigilia, stia dando un notevole contributo per rendere Milano una città più viva e in grado di costituire un'attrattiva a livello turistico.
A questo successo hanno contribuito anche le autorità cittadine, che finora si sono dimostrate capaci di tirare a lucido la città, di gestire i flussi di visitatori e di articolare un'offerta culturale e di divertimenti davvero notevole.
Per rendersi conto del cambiamento che Milano sta attraversando, cui l'Expo ha senza dubbio dato un'accelerata ma che non è stato il solo fattore che ha influito, basta infatti fare un giro per il centro completamente rinnovato, vedere le code all'ingresso delle mostre, passeggiare lungo la nuova Darsena, entrare all'interno del nuovo mercato metropolitano, cenare negli innovativi locali aperti di recente e, in definitiva, fruire di tutti i nuovi punti di interesse che hanno visto la luce negli ultimi anni.
Conclusa l'esposizione universale, saranno queste le eredità che resteranno a Milano, capaci di dare un volto nuovo e migliore alla nostra città.                                                                                                
Fabio Figiaconi