PERICOLOSITÀ DELLE MAFIE E DI COSA SONO LE MAFIE OGGI
- 27 luglio 2019 La voce delle forze politiche
Su cosa sia oggi la criminalità organizzata al Nord sarebbe utile rileggere la Relazione conclusiva dei lavori della Commissione Parlamentare Antimafia della scorsa Legislatura:
non siamo di fronte a infiltrazioni ma in questi territori la presenza
mafiosa è ormai questione nazionale. Aggiungerei, oggi, che le mafie
sono un problema internazionale e sono certo che le forze dell’ordine ma
anche il nuovo presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, che ha
grande sensibilità su questo, possano mettere in campo iniziative utili
perché è chiaro che serve una legislazione europea per fronteggiare il
fenomeno.
A dimostrare poi che gli
insediamenti delle mafie ci sono i dati delle inchieste, i risultati
delle sentenze e anche le ricerche dell’Università degli Studi di
Milano, coordinate da Nando Dalla Chiesa, che dimostrano come la
presenza della criminalità organizzata sia variegate e multiforme.
A
Brescello, per esempio, si è scoperto che oltre alle infiltrazioni
mafiose nell’economia c’era anche un insediamento territoriale della
‘ndrangheta. Lo stesso è avvenuto a Sedriano e in altri piccoli Comuni,
fino a poco tempo fa insospettabili. Le presenze locali in cui è
organizzata la ‘ndrangheta, quindi, ci sono e non sono solo
distaccamenti ma operano sui territori e decidono, mentre rimandano alla
casa-madre in Calabria la risoluzione di ogni controversia.
La
mafia, poi, ha scelto di non sparare. La ‘ndrangheta, in particolare, ha
scelto di abbandonare l’esercizio militare. Questo non significa che
non abbiano gli arsenali, ma li tengono nascosti. Spesso nel passato la
mafia viveva anche della propria visibilità mentre adesso tutto questo
non c’è, anzi viene volutamente evitato.
Stiamo
parlando, quindi, di organizzazioni che hanno una straordinaria
capacità di cambiare e, in particolare, di cambiare sulla base delle
leggi che lo Stato mette in campo per contrastarle. Ecco perché c’è
bisogno di molta attenzione e di un continuo aggiornamento.
Molti
Procuratori che si occupano di antimafia stanno cominciando a
domandarsi se l’attività principale della ‘ndrangheta sia ancora il
traffico di droga o se, invece, non stiano delegando ad altri quella
parte per occuparsi di colonizzare l’economia legale.
La
‘ndrangheta entra in molti modi nelle imprese e sceglie quelle in cui
c’è la possibilità di distribuire appalti e subappalti e, attraverso
questi, dare lavoro e, quindi, alimentare un canale di consenso.
La
‘ndrangheta, si interessa di sanità perché è un settore che dà prestigio
sociale e consente di presentarsi come credibili agli occhi dei
cittadini. Questo sta avvenendo anche al Nord, non solo nelle ASL della
Calabria, come ha dimostrato anche la recente inchiesta su Pavia.
Al
Nord, in particolare, la ‘ndrangheta non è molto interessata agli
appalti pubblici: è più utile, evidentemente, avere qualcuno dentro i
Consigli Comunali per accelerare delle pratiche o i funzionari che
possono orientare aiuti e sussidi per alcune famiglie, cosa utile per
ottenere più consenso sociale. E succede che c’è un pezzo di mondo
dell’economia che non ha nessuna remora ad avvalersi dei servizi offerti
dalla ‘ndrangheta (penso a servizi finanziari o al recupero crediti con
metodi intimidatori).
Nelle scorse
settimane, con una delegazione del PD, siamo andati in Veneto a
verificare la situazione dopo che erano emerse delle inchieste sulla
‘ndrangheta in quei territori e ci è stato detto che il Veneto è la
Regione con la più alta predisposizione all’evasione fiscale e la
priorità sono i soldi per cui non c’è da stupirsi se molti imprenditori
non si sottraggano di fronte alla ‘ndrangheta che offre possibilità di
vantaggi.
Ma tutto questo, però, ed è preoccupante, non produce alcun allarme sociale.
Le
mafie, invece, sono state battute quando, insieme a ottimi
investigatori e alla migliore legislazione messa in campo, c’è stato un
forte impegno e una forte attenzione da parte dell’opinione pubblica.
Per
questo è importante spiegare che le mafie sono presenti e pericolose
anche se non sparano, perché le centinaia di miliardi che vengono
immessi nell’economia legale sono un drammatico problema per la
democrazia del Paese. E sarebbe il caso che Salvini, in uno dei suoi
innumerevoli travestimenti, indossasse il vestito di ministro
dell’Interno e affrontasse la questione, magari venendo anche qualche
volta in commissione Antimafia, dove invece è latitante.
La
questione è molto complessa e non facile da spiegare ma andrebbe fatto
con urgenza perché altrimenti si rischia di trasformare la lotta alla
mafia nelle semplificazioni stucchevoli e inutili del nostro ministro
dell’Interno, che applaude ogni mattina alle retate di un po’ di
spacciatori ma, quando si parla di inchieste sui colletti bianchi non
dice niente e, peggio, consente la promulgazione di leggi, come il
decreto “Sblocca-cantieri”, ispirate a un abbassamento delle tutele di
legalità proprio dove oggi la mafia è più aggressiva, cioè
nell’economia, come ha fatto notare anche Raffaele Cantone in
un’audizione in Parlamento.
Franco Mirabelli