Teatro a cura di Sidran Rebed: SACCO E VANZETTI

Al Teatro Filodrammatici, ultima replica domenica 23 febbraio

Chiude domenica 23 febbraio al Teatro Filodrammatici la rappresentazione "Cabaret Sacco & Vanzetti". La compagnia del Teatro dei Borgia, forte del suo impegno contro ogni forma di ingiustizia, porta in scena la vicenda che ha visto l'ingiusta prigionia e la morte per esecuzione capitale nel 1927 di due immigrati italiani: Ferdinando Sacco, originario di Torremaggiore, Foggia e Bartolomeo Vanzetti, originario di Villafalletto, Cuneo.
Lo spettacolo ha un buon ritmo. La scenografia è essenziale e, di volta in volta, evoca le fasi del processo al quale furono sottoposti, la prigione dove trascorsero ben 7 anni e l'esecuzione con la sedia elettrica. Si alternano parti recitate e parti cantate.
La storia parte Italia dove i due non si conoscono ancora. La miseria e le dure condizioni di vita li spingono a inseguire il sogno di una vita migliore in America dove arrivano e, tra mille difficoltà legate alla lingua e al pregiudizio sugli immigrati, riescono a trovare lavoro. Sacco in una fabbrica di scarpe, Vanzetti ha un carretto per vendere il pesce. Si conoscono nel 1916 quando entrambi iniziano a frequentare un gruppo anarchico. Allo scoppio della Grande Guerra, per non finire al fronte, decidono di scappare in Messico. Ma questo comportamento li fa finire, a loro insaputa, nella lista dei sospetti compilata dal Ministero di Giustizia. Al loro rientro in America, sono arrestati perché in possesso di armi e volantini di un comizio che si doveva svolgere a Brockton per protestare contro la morte sospetta di un altro italiano, Andrea Salsedo. Poco dopo l'arresto sono accusati anche di una rapina avvenuta a South Braintree in cui è morto un uomo.
Da qui in poi, i due attori sono molto bravi nel mostrare lo stato d'animo dei due uomini che, durante il processo, si vedono deridere per le loro origini, non riescono a capire cosa accade né a spiegarsi in inglese perché nessuno gli mette a disposizione un interprete, sono oggetto di accuse false e il giudice del processo è apertamente schierato contro di loro. Nel finale emerge tutta la dignità di due poveri innocenti.
Ricordiamo che il 23 agosto 1977, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis, ha riconosciuto gli errori commessi nel processo e ha riabilitato la loro memoria.

Antonella Di Vincenzo

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