LE FILE AL BANCO DEI PEGNI E AL COMPRO ORO

I primi effetti del virus sul lavoro di molti

Ieri notte la Tv 7 ha mostrato delle dolorose immagini di gente che faceva la fila davanti al Monte di pietà per ottenere, in cambio di un deposito di oggetti, una somma per potersi sfamare. Oggi la fotografia di un ceto medio in difficoltà per gli effetti dell'epidemia la offre il quotidiano Il Tirreno di Livorno. La fotografia che accompagna l'articolo mostra una fila ordinata e paziente di fronte al Monte di pietà.
Ogni settimana e fin dalle prime avvisaglie di epidemia la fila qui era regolare.
Oggi è solo un po' più lunga ma sempre nel rispetto delle norme sanitarie.
Si stima che il Monte versi ogni settimana cinquantamila euro a proprietari di negozi, B&B e  imprenditori che impegnano gioielli di famiglia e altri preziosi per avere liquidità immediata.
Il quotidiano riporta le voci delle persone in coda.
- Una signora: "La gente si vergogna a venire al Monte ma in realtà questo sistema restituisce autonomia evitando richieste umilianti e rifiuti delle banche".
- Un imprenditore le ha fatto eco: "È una vita che vengo al Monte, ci portavo la collezione di gioielli di famiglia in estate, realizzavo un po’ di contante per pagare un po’ di cose, poi tornavo a prenderli. Una volta impegnai tutta l’argenteria per fare dei lavori. Anche ora ho bisogno di contanti. Un buon sistema per far fronte a spese impreviste".
- Stesso scenario per i compro-oro che hanno potuto riaprire dal 04 maggio.
A detta dei gestori, questo modo di ottenere denaro contante è persino più vantaggioso del monte dei pegni perché per effetto della crisi, il prezzo di questo bene rifugio è passato -da quarantadue euro al grammo- al record di cinquantuno euro al grammo.


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