NUOVA LEGGE SULLA RIGENERAZIONE URBANA E TERRITORIALE
- 12 dicembre 2019 Cronaca
l Giornale dei Comuni, organo dell’Anci-Associazione nazionale
Comuni italiani, dà notizia della legge della Regione Lombardia 26
novembre 2019 n. 18 su “Misure di semplificazione e incentivazione per
la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del
patrimonio edilizio esistente” che riporta la dichiarazione sul tema del
presidente di Federlombarda edilizia e di Assoedilizia Achille Colombo
Clerici.
Sconto fino al 60% sugli oneri di urbanizzazione e possibilità di incrementi delle volumetrie fino al 20%
Il BUR Lombardia, Supplemento n. 48 del 29 novembre, pubblica la
legge regionale 26 novembre 2019 - n. 18, recante “Misure di
semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e
territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente.
Modifiche e integrazioni alla legge regionale 11 marzo 2005, n. 12
(Legge per il governo del territorio) e ad altre leggi regionali”.
Approvata il 12 novembre dal Consiglio regionale, questa legge, che
si compone di 13 articoli, affronta in modo sistemico il grave problema
dei centri abitati degradati, oltre che degli edifici agricoli e rurali
abbandonati, ponendo i presupposti per tentare di risolvere anche
questioni di carattere sociale. L’obiettivo, risanare singole case o
porzioni di quartieri, realizzando iniziative di rigenerazione con
ricadute positive su abitabilità e attrattività dei centri abitati
(anche in termini turistici e non solo urbanistici), nonché sul piano
della sicurezza e della vivibilità urbana. A tal fine, la legge
regionale incoraggia la trasformazione di aree con spazi verdi, servizi e
infrastrutture. I progetti dovranno rientrare nelle previsioni dei
piani territoriali, rispettando la già operante legge sul consumo del
suolo. E dovranno essere in armonia con la carta di consumo del suolo
che i Comuni dovranno realizzare, una sorta di censimento degli immobili
abbandonati o dismessi da aggiornare annualmente.
La Regione assumerà il ruolo di “regista” e coordinerà le operazioni,
lasciando il potere di dare il via all’iniziativa ai privati
proprietari e ai Comuni. I primi potranno segnalare situazioni di
particolare criticità (edifici fatiscenti e non abitati da almeno cinque
anni), mentre i secondi potranno vagliare le istanze e inserire il
progetto di recupero negli appositi piani annuali. Il privato che non
dovesse procedere nei tempi dati a fronte di un progetto di
rigenerazione che risolva problemi di sicurezza o di degrado, potrà
essere destinatario di penali, fino all’esproprio nei casi più gravi.
Tra gli incentivi, previsti uno sconto fino al 60% sugli oneri di
urbanizzazione e la possibilità di incrementi delle volumetrie fino al
20%, a fronte di tutta una serie di prescrizioni che comporteranno, in
sostanza, il miglioramento delle condizioni degli edifici innanzitutto
dal punto di vista energetico e della sicurezza. Altro obiettivo
prioritario della normativa, la lotta alla burocrazia per garantire agli
investitori tempi certi per la realizzazione degli interventi, una
volta dichiarato lo stato di degrado di un immobile attraverso perizia
giurata e asseverata. Previsto un primo stanziamento iniziale di due
milioni di euro, che serviranno per promuovere soprattutto i censimenti
comunali. Poi si procederà con piani annuali cui concorreranno le
risorse statali e regionali per somme da definire in base alle
necessità. Ha espresso particolare soddisfazione per l’approvazione
della legge il presidente di Federlombarda Edilizia e di Assoedilizia,
Achille Colombo Clerici:
“Si tratta di una legge illuminata. Essa rappresenta una
conquista significativa sul piano culturale, sociale ed economico. Non
segue la via dei deterrenti, ma quella degli incentivi.Vengono offerti
maggiori margini di economicità alle operazioni edilizie di
rigenerazione urbana, in modo da permettere il decollo di un vasto,
capillare processo di attuazione di interventi diffusi sul territorio.
La legge ha infatti natura premiale: nasce cioè con l’intento di
premiare, incentivandoli con benefici economici e incrementi
volumetrici/di superficie lorda, gli interventi di rigenerazione urbana,
anche promossi da privati. Tanto che se ne prevede l’inapplicabilità
per gli edifici abusivi o costruiti su aree inedificabili. E vi è un
limite di accesso ai suoi benefici. Devono sussistere certi presupposti,
ed il privato può attivarsi, per godere dei benefici della legge. La
legge muove da una situazione di edifici degradati/abbandonati e tende
ad approdare ad edifici recuperati/rigenerati: con ciò esprimendo dunque
una notevole valenza urbanistica. I Comuni, cui è posto l’obbligo di
adeguamento alle norme della legge regionale, troveranno adeguati
stimoli per aprire la via ad un proficuo percorso di rigenerazione nei
centri urbani degli edifici degradati, operazione questa di grande
rilievo ai fini della fruizione sociale e della crescita economica.”
Ufficio Stampa