PER NON INCIAMPARE DEVI GUARDARE

La mattina, quando usciamo da casa, se non siamo assorti nei nostri pensieri, e guardiamo i marciapiedi e le annesse strade, è facile cambiare umore: se siamo contenti ci rattristiamo, se siamo arrabbiati ci arrabbiamo ancora di più e se siamo delusi o dispiaciuti andiamo in paranoia. Tutto lavoro per la psicanalisi direbbe il grande Sigmund Freud. Mica vero dottore!, questa volta, haimè, si sbaglia: tutto sano e doveroso lavoro per chi ha il compito di chiudere le buche e livellare le strade.  Che ha ma, non si capisce il motivo, non fa. Sarebbe troppo semplicistico addossare la colpa a un'Amministrazione Comunale piuttosto che a un'altra. 
Le strade e i marciapiedi non sono di sinistra, di centro o di destra, sono di tutti. Di tutti quei cittadini che vanno a scuola, a lavoro, a compiere commissioni o a passeggiare. Percorrere un marciapiede camminando velocemente, piuttosto che portare a casa la spesa con il proprio carrello è sinonimo di libertà. Libertà di andare dove e come si vuole. Chiaramente sempre e soprattutto rispettando le regole e gli altri. 
Se, invece, camminare diventa rischioso perché si può cadere, se si è costretti a "inchiodare" la propria automobile perché, a causa di un dislivello del manto stradale, comincia a slittare o se, ancora peggio, un motociclista cade, non si può parlare più di libertà. E quando non c'è libertà la colpa è di tutti, cittadini compresi. Se gli amministratori pubblici hanno l'obbligo di fare, i cittadini hanno il diritto-dovere di controllare e di dire la loro, se qualcosa non va. Far finta di niente non porta a nulla di positivo tranne che scoprire il degrado. Intendiamoci non è necessario portare al patibolo gli Amministratori pubblici ne tanto meno scatenare una guerra civile. È sufficiente frequentare attivamente i Municipi e non rivotare chi ci ha deluso. Solo in questo modo possiamo avere la speranza che le cose, quando non vanno, migliorino.  
 

Flavio Fera


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