1876: NASCITA DELLA SECONDA COMPAGNIA DELLA TEPPA
- 16 settembre 2019 Cultura

E il peggioramento della pubblica sicurezza a Milano
Nel mio scartabellare tra vecchi documenti, è saltato alla mia attenzione un piccolo e singolare manoscritto, redatto nel 1876 dal dottor. Luigi Marcionni. Filtrando doverosamente le impressioni personali dell’allora pretore di Milano, ne esce un ritratto della città non proprio lusinghiero: un covo di ladri dove scoppiano risse ovunque.
Nel 1875,
ufficialmente, vennero commessi 4 omicidi e 15 grassazioni
(aggressioni a mano armata a scopo di rapina). Mentre nel 1876 le
grassazioni ammontarono a 92 e gli omicidi a 14. Un impennata del
crimine alla quale il buon pretore tenta di fornire una spiegazione.
Il Marcionni si dimostra assai lungimirante e moderno affermando che
un aumento del numero delle sentinelle e un controllo sempre più
serrato della popolazione, coadiuvato da restrizioni nel campo della
libertà individuale, esacerberebbero ulteriormente la situazione.
Inoltre asserisce che l’abuso delle armi da parte delle forze
dell’ordine, abbia portato la sua parte di contributo al
peggioramento della pubblica sicurezza, aumentando il numero dei
nemici della società pronti a offenderla.
In quegli anni è in
costruzione il Carcere di San Vittore e il Pretore ripone grandi
speranze in esso: […] che a breve aprirà i suoi battenti per
contendere a tutti i recinti di detenzione il primato
nell'applicazione dei progressi della scienza, e ai nostri edifici la
vastità delle proporzioni.
Nonostante il
rapporto tra analfabetismo e indigenza sia di solito direttamente
proporzionale alla criminalità, egli nega che vi sia un nesso, forse
per difendere le istituzioni e le opere pie meneghine del periodo. A
ragione, invece afferma che a Milano non vi è traccia di mafia
(chiamata da lui maffia), o di altre associazioni criminali
provenienti dal sud Italia, perché impossibilitate ad attecchire;
solo un secolo dopo il povero pretore avrebbe dovuto ricredersi.
Ma il dottor.
Marcionni torna a puntare il dito sulla giustizia sommaria esercitata
da alcuni poliziotti dell’epoca, rei di aver causato un numero
esorbitante di denunce archiviate per mancanza di prove. Il corpo di
polizia locale annoverava molti uomini di dubbia reputazione che
talvolta agivano per motivi personali, spinti da vendetta o dagli
effluvi dell’alcool; per approfondire sempre su questo profilo (El
Dondina). Il Pubblico Ministero era costretto a perdere giorni interi
ad approfondire un caso per poi scoprire che il soggetto o i soggetti
accusati erano stati incastrati. A questo si deve aggiungere che
molto spesso i procedimenti penali si rivelavano sciatti e
inconsistenti; i testimoni di un delitto non venivano nemmeno
chiamati a deporre e gli assassini tornavano in libertà dopo un paio
di giorni.
Ciò che il Pretore
non poteva allora sospettare sull'aumento della criminalità, ma qui
si tratta di una mera ipotesi, è che proprio nel 1876 si costituì
la Seconda compagnia della teppa. Ce lo rammenta un vecchio articolo
di Cletto Arrighi, risalente allo stesso anno. Egli venne in possesso
del nuovo statuto della compagnia della teppa che inneggiava ad atti
di vandalismo e a violenza gratuita. Una compagnia ben diversa dalla
prima, destinata a divenire il primo caso di organizzazione
banditesca del Regno d’Italia. Per anni, i giornali ne riportarono
le malefatte come ci ricorda Neo Cirillo nel libro “Il ventre di
Milano”; malefatte tuttavia tollerabili, perché ancora all'insegna
di una certa goliardia. Ma col passare del tempo giunsero ricatti,
truffe e furti; gli archivi della questura di Milano sono pieni zeppi
di procedimenti penali contro i membri della compagnia della teppa.
Questa banda di malfattori vide la sua fine nel 1884 per mano del
Capitano dei Carabinieri Michele Giacheri. Il loro capo, Oreste
Hadrowa (Hadrava secondo altre fonti), conosciuto da tutti come il
Dottorino, e altri appartenenti come il Vaghi, il Granata e l’Albera,
furono tutti condannati e condotti in carcere.
Ma l’oscuro
viaggio di Milano verso le bande armate e le organizzazioni criminali
era appena cominciato.
Riccardo Rossetti