ACCADDE L'11 GIUGNO

11 giugno 1955 - Disastro di Le Mans


L'incidente fu causato dall'uscita di pista della Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh. La dinamica dell'incidente è stata ricostruita grazie alla disponibilità delle riprese televisive. Sul rettilineo principale della pista Levegh seguiva la Jaguar D-Type di Mike Hawthorn, che era in testa alla corsa, quando questi sorpassò in doppiaggio la Austin-Healey guidata da Lance Macklin. Subito dopo la manovra, Hawthorn frenò all'improvviso per rientrare ai box, spostandosi sulla destra. Macklin provò dapprima a frenare restando nel lato destro, ma nel tentativo finì con le ruote sullo sporco al lato della pista e perse il controllo della sua vettura che iniziò a scartare verso sinistra. Successivamente Macklin riuscì a riprendere il controllo del veicolo ma ormai si trovava sulla traiettoria della Mercedes di Levegh che sopraggiungeva in piena velocità. L'auto di Levegh tamponò la Austin di Macklin che funse da rampa, fu proiettata in alto, e si schiantò sulla barriera che divideva la pista dalla tribuna, prendendo fuoco; alcuni pezzi dell'auto (il cofano, l'asse anteriore delle ruote, ed altri) volarono sulla tribuna piombando violentemente sugli spettatori. L'incidente causò la morte del pilota e di 83 spettatori, e il ferimento di altre 120 persone. Nonostante l'accaduto la gara non fu interrotta. Secondo le dichiarazioni ufficiali degli organizzatori, la decisione fu presa per evitare che la gente, colta dal panico, lasciasse il circuito intasando le strade e ostacolando così l'arrivo delle ambulanze.In seguito all'incidente, molte gare della stagione furono cancellate: il Gran Premio di Germania, la Coppa Acerbo e il Gran Premio di Svizzera. La Svizzera vietò per legge le gare automobilistiche sul suo territorio sino al 2018, quando la legge fu modificata permettendo le sole competizioni con veicoli elettrici.[2] Alla fine della stagione, dopo aver vinto il campionato di Formula Uno, la Mercedes si ritirò dalle corse in segno di rispetto per le vittime, e non vi fece ritorno fino al 1987. L'incidente diede forte impulso alla ricerca di sistemi per rendere più sicuri i circuiti, per gli spettatori e per i piloti.


11 giugno 2002 – Il congresso degli Stati Uniti, con la risoluzione 269, ha riconosciuto ufficialmente il fiorentino Antonio Meucci come primo inventore del telefono (e non Alexander Graham Bell)

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