BUDU

Ore 20 - L'ora della fiaba

Il bambino tutto nero il Sssserpe e gli animali del giardino.

Un tenero serpentello di nome Sssserpe striscia tranquillamente nel giardino di casa sua, anzi, nel giardino della casa di Luca.

Luca è un bambinello di 12 anni, tutto nero, ma stranamente con un papà e una mamma bianchi come il latte.

Questa è una delle domande che Sssserpe si pone giornalmente:

"Come ha fatto questo bimbo a nascere nero con mamma e papà bianchi?".

È una giornata calda in piena estate, il giardino è verde e stanco. Stanco di subire questo sole, bello ma implacabile ”vogliamo un po' d'acqua!!”, urlano i ciuffi d'erba, “basta sole!”.

Intanto Sssserpe striscia stancamente tra un ciuffo d'erba sonnecchiante e un altro annoiato, si bea del caldo e del secco e giracchia in cerca di qualcosa da mangiare.

Sssserpe non è molto grosso, ma è piuttosto lungo, diciamo lungo come il braccio di Luca.

È un po' meno nero, ma colorato con delle meravigliose strisce gialle che lo avvolgono a spirale, partendo dalla testolina per terminare sulla punta della coda. È fiero dei suoi cerchi. Nessun serpentello di paese è così colorato e ciò fa di lui il più bello della grande famiglia dei serpentelli di paese.

Dopo molto strisciare, Sssserpe si apposta sul davanzale della finestra. La cameretta di Luca si trova proprio al piano terra della graziosa casetta. Un saltino ed eccolo! Spaparanzato e pronto all'ascolto... infatti, il miglior passatempo di Ssserpe è stare a origliare i fatti umani, per poi pettegolare con gli amici del giardino.

Proprio quel giorno, Sssserpe, vede mamma Adele entrare nella cameretta di Luca e consegnargli una lettera, dicendo: "È per te, tesoro".

Uscita la mamma, Luca si sdraia sul letto e inizia a leggere la lettera ad alta voce.

Caro Budu, qui in Nigeria la vita scorre lenta e triste. Non si riesce a mangiare e a curarsi, non si riesce neppure a studiare, non ci sono maestri.

Tu queste cose le sai, non voglio intristirti, ma desidero che tu possa mantenere vivo il ricordo di come si vive quaggiù.

Il sapore e l'odore della miseria, è vero, lasciano il cuore aperto, ma molte volte chi riesce a fuggire da questa condizione si dimentica di cosa e di chi ha lasciato.

Scusami Budu, sono cattiva, credo che la penna abbia scritto da sola con la mano della gelosia e del dispiacere. Il dispiacere di non averti più qui con me.

L'Africa è rimasta come l'hai lasciata, nel male, ma anche nel bene. Le nostre case sono ancora lì, in mezzo alla nostra piana dove giocavamo felici, in compagnia del sole che spacca le pietre e delle giraffe che litigano per contendersi una foglia verde, come il colore dei tuoi occhi.

Lo stagno dove si abbeverano gli elefanti, dove noi giocavamo spruzzandoci con quell'acqua fangosa e calda, è ancora qui, accompagnato dalle notti calde e profumate, invase dalla luce della nostra luna.

Budu... l'Africa, come tu sai, è un paese strano. Si vorrebbe odiare ma non ci si riesce. La natura ci costringe ad amarla, anche se noi uomini facciamo di tutto per rovinarla!

Diventa grande e studia, studia e impara un sacco di cose e poi torna da noi, l'Africa e la tua amica Kirki, ti aspettano.

Ciao, tua kirki

Mac

(continua domani alle ore 20,00)

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