COME SI DICE SCUOLA?

Chiuso in casa per la pericolosa pandemia ho letto il romanzo di Renata Freccero, EDB Edizioni

Per l’anno scolastico 2020 la Scuola resta chiusa sull’intero territorio nazionale a causa del Coronavirus COVID-19. Sul come riaprirà le ipotesi sono in discussione.
Il diritto alla salute pubblica e la retorica del cambiamento ci obbliga ad agire "per il bene delle generazioni future". Ma, fino a che punto la scuola di oggi ha formati i futuri cittadini se durante la pandemia buona parte degli adolescenti hanno dimostrato un individualismo estremo e la mancanza di solidarietà sociale?
La crisi della scuola, dei suoi allievi e degli insegnanti è descritta nel libro “Come si dice scuola” di Renata Freccero, edito nel mese di gennaio 2020 da EDB Edizioni Milano. Questo romanzo verosimile affronta la crisi della @generation, dei genitori “adolescenti” e degli insegnanti, che si districano quotidianamente nei diversi contesti scolastici. Il narrato parla dei distacchi emotivi fra le parti e dello scollamento generazionale che si disfa e diventa nebuloso se riferito all’human evolution e al forte cambiamento socioculturale poco confortante.
Le domande che si pongono sono le seguenti: “Gli insegnanti, quali valori hanno trasmesso alle nuove generazioni e in che modo hanno formato alla cittadinanza, inoltre, quali sono le priorità degli adolescenti rispetto al loro futuro?”
Per età e per modo di pensare, sembrano tra i più forti nell'articolazione dell'opposizione alle visioni dominanti. Sono refrattari alle regole e sono destinatari passivi di ciò che viene loro passato dalle generazioni precedenti.
Se leggiamo il comportamento dei giovanissimi durante l’evoluzione del virus è evidente che in una buona parte di loro è mancato il senso di responsabilità.
A fine febbraio 2020, la Regione Lombardia era la più infetta, ma nonostante l’accrescere dei contagi, la @generation era irresponsabile alla minaccia.
Il 2 marzo la chiusura delle scuole è recepita come una prosecuzione del periodo delle vacanze di carnevale. Per i ragazzi diventa un’occasione per incontrarsi, per continuare a muoversi durante l’intera giornata. Riempiono locali di ritrovo, centri commerciali e gli spazi dedicati alla movida, stanno gomito a gomito senza pensare alla reale cognizione del contagio.
In un primo momento le comunicazioni dei media informano che le persone a rischio sono quelle più deboli, coloro che già soffrono di patologie o hanno un’età molto avanzata, pertanto loro si sentono immuni. Questi atteggiamenti sono evidenti in diverse Città italiane.
Massimo Galli, primario infettivologo del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Luigi Sacco di Milano, dichiara che situazione è solo all’inizio ed è convinto che la tesi dell’immunità sia insostenibile perché “di questo virus si sa ancora pochissimo e neanche se conferirà un’immunità permanente.
Conclude il suo appello sostenendo che al momento l’Italia ha una sola arma: stare a casa per rallentare il contagio e sperare che basti per evitare il collasso del sistema sanitario. Avvisa i giovani che non sono immuni al Covid 19 e li invita a restare a casa. Per rendere più efficace il suo messaggio, informa che alcuni di loro sono già ricoverati in condizioni precarie e anche i bambini sono a rischio, in molti casi possono diventare portatori sani.
Il 09 marzo il Governo sponsorizza una serie di spot indirizzati ai giovanissimi. Sono Messaggi in musica e parole mediati dai cantanti come Fiorello, Giovanotti, Negroamaro, Nex e altri personaggi Trap e Rep amati dalla @generation.
Eccone alcuni:
1 - Ragazzi, abbiate sale in zucca, non è una vacanza dalla scuola, per ora resta a casa dobbiamo vincere il virus, poi penseremo a fare l’amore… Pensa!
2- La vita vi scorre dentro, ma abbiate paura non andate ai centri commerciali, non andate al bar, al pab in vineria e rinunciate alla movida. Non è la malattia degli anziani, state a casa e abbiate rispetto dei nonni.
3 - La musica è una cosa che rende la vita sopportabile, meglio che non esci stasera perché la notte non è sicura: casa, musica e canzoni.
4 - Io sto a casa con Istagram Covid 19
Il 10 marzo, a seguito del dilagare dell’epidemia, il Presidente del Consiglio nel suo discorso televisivo si rivolge anche e in particolare agli adolescenti “Pensate ai vostri nonni” e annunzia con un giorno di anticipo le nuove misure restrittive rispetto alla libera circolazione del popolo italiano.
L’11 marzo l’irruenza del virus ha già coinvolto oltre ottomila casi accertati, ma gruppi di giovanissimi continuano a circolare e sono segnalati anche sui social.
Considerata la situazione sociale, il Governo inasprisce le misure per la sicurezza pubblica. I nuovi decreti della Presidenza della Repubblica chiudono definitivamente il libero movimento di tutti i cittadini ed emanano regole precise.
Per la circolazione personale, indispensabile e strettamente necessaria, il Governo richiede la compilazione di un modulo “Dichiarazione di responsabilità”.
Tra il 12 e il 13 marzo, al fine di porre fine alla violazione delle regole da parte dei ragazzi, il Governo emana un nuovo decreto in cui i parenti sono penalmente responsabili dei loro figli. Considerata l’aggressione del virus e in attesa di nuovi regolamenti, i genitori devono esercitare il parental control  sono dispensati dal lavoro e possono usufruire di un congedo parentale per tenere i loro figli a casa.
Ma, cosa fanno i ragazzi a casa? Navigano sui siti internet, tanti con scarso discernimento e la Polizia postale segnala un aumento di adescamento minori per truffe on line.
Il quadro esposto porta a una semplice riflessione, oltre alla crisi sanitaria e quella economica, esiste la crisi della scuola: “Cosa non sta funzionando nell’istituzione scolastica e perché gli adolescenti sono stati così superficiali rispetto a un pericolo evidente e letale? Quali nuove regole vanno immediatamente prese per rendere consapevoli i prossimi cittadini italiani?”
Samuele Gugliada

L'INGLESE CANTANDO

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