IL RITRATTO DI DORIAN GRAY - Oscar Wilde
- 29 febbraio 2020 Cultura
Ogni mattina alle ore 08:00 proponiamo ai nostri lettori la parte iniziale e finale di un capolavoro della letteratura universale. A cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
Lo studio era intriso d’uno splendido odore di rose, e quando la lieve brezza estiva
frusciava tra gli alberi del giardino, dalla porta aperta penetrava il pesante profumo delle
serenelle, o quello più delicato dei rosaspini.
Sdraiato nell’angolo di un divano coperto di stoffe persiane, e fumando, secondo la sua
abitudine, un numero indefinito di sigarette, Lord Henry Wotton poteva vedere i fiori di
un’acacia, colorati e dolci come il miele, quei rami fragili che pareva potessero appena
sopportare una bellezza tanto splendida; e di quando in quando l’ombra fantastica di un
uccello volante si proiettava e scorreva sulle pesanti tende di seta, con una specie di
fuggitivo effetto giapponese, facendogli ricordare quei pittori di Tokio, dal viso di giada
pallida, che pur servendosi d’un’arte necessariamente statica, cercano di rendere il senso
della velocità e del moto. Il cupo ronzio delle api che si muovevano tra le lunghe erbe non
falciate del prato, o rotavano monotonamente attorno agli stami dorati dei caprifogli,
rendeva ancor più opprimente la immobilità dell’ora. Lo strepito di Londra pareva la
vibrazione delle note basse di un organo lontano.
FINIS
Si guardarono e se ne andarono sorridendo. Uno dei due era lo zio di Sir Henry Ashton.
Dentro, nell’ala di servizio, i domestici semivestiti bisbigliavano a bassa voce. La vecchia
signora Leaf piangeva, e si torceva le mani. Francis era pallido come un morto.
Dopo un quarto d’ora egli riuscì a persuadere il cocchiere e uno dei servi, e andò disopra
con loro. Bussarono, ma nessuno rispose. Chiamarono: tutto rimase silenzioso.
Finalmente, dopo aver tentato invano di forzare la porta, andarono sul tetto e scesero sul
balcone. La finestra cedette facilmente. Le serramenta erano vecchie.
Entrati, videro appeso al muro uno splendido ritratto del loro padrone, quale l’avevano
visto l’ultima volta, in tutta la magnificenza della sua meravigliosa bellezza e gioventù.
Per terra giaceva un uomo, morto, con un coltello piantato nel cuore. Era canuto, il viso
raggrinzito e ripugnante. Soltanto esaminando gli anelli riuscirono a riconoscerlo.