IL ROMANZO DELLE ORE 20

Il RIFUGIO di Albertina Fancetti - Ventinovesima puntata

Un settembre dal clima ancora troppo caldo attendeva i vacanzieri al ritorno dai loro luoghi di villeggiatura, rendendo ancora più difficile l’adattamento ai quotidiani ritmi lavorativi. Gabriele, abbronzantissimo, con i capelli biondi ancor più schiariti dal sole, fece ritorno all’università dove lo attendeva il solito stuolo di ammiratrici. Il rituale scambio dei tre baci gli fece quasi venire il torcicollo. Il suo momento di gloria venne interrotto dall’arrivo di Cristiana e Andrea che camminavano vicini tenendosi per mano.
Alla vista dei due amici che, con quel semplice gesto lo avevano così informato dei cambiamenti che la loro vacanza in Cina aveva mutato, Gabriele parve ripiegarsi su se stesso come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco.
- Ciao Gabri, ti trovo benissimo! - esclamò Cristiana, mascherando con la solita disinvoltura il momento di imbarazzo. Anche Andrea abbracciò l’amico con calore.
- Allora come te la sei passata quest’estate? - gli chiese.
- Meglio del previsto, grazie. Roberta e io siamo riusciti a concederci un viaggio breve, ma davvero fantastico. Voi piuttosto, raccontatemi tutto della Cina… a quanto pare ci sono stati sviluppi interessanti - rispose Gabriele, cercando di nascondere la tensione che lo attanagliava e riuscì perfino ad ammiccare all’amico
- È stata davvero un’interessante esperienza, abbiamo vissuto una realtà molto diversa dalla nostra - precisò Andrea.
- E dimmi, Chiara come ha reagito a tutte quelle novità - volle sapere Gabriele.
- Malissimo! È ripartita dopo una sola settimana - precisò Andrea. - Ha ostentato un atteggiamento assurdo verso tutto ciò a cui andava in contatto, la stanza che divideva con Cristiana, il cibo, il metodo di insegnamento, arrivando perfino a disprezzare gli spostamenti in bicicletta, che come sai è un mezzo di trasporto molto usato a Pechino.
- Mi chiedo cosa si aspettasse da questa esperienza - disse Gabriele.
- Proprio non lo capisco, sta di fatto che Cristiana si è trovata da sola, quindi ha dovuto appoggiarsi a me – chiarì Andrea sorridendo.
- Mi sembra alquanto improbabile immaginarla appoggiata a qualcuno - disse Gabriele.
- Forse è più giusto dire che ci siamo sostenuti a vicenda - convenne Andrea.
- Menomale che lo ammetti - intervenne Cristiana.- In realtà la partenza di Chiara non mi aveva affatto rattristato anzi, era un vero supplizio sentirla lamentarsi di tutto, inoltre con il suo atteggiamento rischiava di mettere in cattiva luce anche me presso gli altri studenti. E così siamo rimasti soli noi due, a tanti chilometri da casa e… cosa vuoi la lontananza può giocare brutti scherzi - e così dicendo Cristiana scompigliò affettuosamente i capelli corti e scuri di Andrea che la ricambiò con un’occhiata adorante.
Superato il primo momento di tristezza nel sentirsi escluso da quel rapporto di intimità, che fino a pochi mesi prima aveva ritenuto essere una sua esclusiva, Gabriele si sforzò di essere felice per loro… dopo tutto lui aveva sempre Roberta.

Nel pomeriggio tornò al Rifugio a occuparsi dei bambini. All’uscita della scuola rivide anche Michela e Sonia. Gabriele avrebbe stentato a riconoscerla, se la ragazza non lo avesse salutato per prima, mentre gli si avvicinava con un atteggiamento insolitamente riservato. Il cambiamento era stato radicale. Sembrava molto dimagrita e i capelli divenuti corti e scuri, ne accentuavano il volto emaciato, del tutto privo di trucco. Gli occhi castani, infossati, dall’espressione ferita, avevano perduto ogni traccia della passata arroganza, lasciandovi un vuoto desolante. Anche Valeria ne rimase colpita quando arrivarono al Rifugio.
- Vuoi mangiare un gelato cara? - le chiese premurosa.
- No grazie Valeria, sto bene così - rispose la ragazza. Gabriele l’aiutò a preparare un curriculum e a ripassare le lezioni di inglese.Poco dopo arrivò anche Paolo, accolto da saluti affettuosi.
- E tu Valeria hai trascorso buone vacanze - le chiese l’uomo.
- Si certo… - rispose in tono esitante - per fortuna avevo Fragolina con me…
- E Ursula come procede la sua relazione con il nostro caro ispettore? - chiese Paolo.
- Direi benissimo - intervene Gabriele - lo incontro tutte le mattine quando esco di casa per andare all’università.
- Sono contento! Quella ragazza si merita un po’ di felicità - disse Paolo. - Anche Sonia mi è sembrata molto diversa - aggiunse poi.
- Deve aver trascorso un periodo difficile - concluse Valeria.
- Non credo che abbia potuto dispiacersi così tanto per la bocciatura, che peraltro si aspettava - disse Gabriele.
- No, non credo sia quello il motivo, sembra spenta - osservò Paolo.
- Cerchiamo di starle vicino, sempre che lei ce lo consenta - propose Valeria.
Sonia tornò a casa tenendo Michela per mano. Il solito gruppetto di ragazzi stazionava nei paraggi ma lei finse di non vederli. Le ragazze continuavano a guardarla con invidia, l’aspetto emaciato la faceva sembrare più adulta e le conferiva un’aura di mistero. Giuliano le girava al largo, si diceva che avesse una nuova ragazza… una molto più grande. Gianluca si destreggiava fra le altre ragazze, solo Daniele non aveva dimenticato. Sonia trovò un biglietto nella casella della posta, lo aprì soltanto quando fu al sicuro nella sua stanza:
“Ti ho sempre amato e ti amerò sempre, non mi importa quello che è successo in cantina. Daniele” Sonia gettò via il biglietto come se scottasse. Doveva andarsene dal quel quartiere, doveva lavorare e rendersi al più presto indipendente. Gabriele era l’unico che poteva aiutarla a realizzare i suoi progetti. Contò le ore che la separavano dal pomeriggio del giorno successivo, quando lo avrebbe rivisto. Si doveva impegnare a imparare quelle maledette frasi in inglese e avrebbe superato il prossimo colloquio… allora addio per sempre a tutto quello schifo…


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