JEROME KLAPKA JEROME: LA FRESCHEZZA DELL'UMORISMO INGLESE
- 14 ottobre 2019 Cultura

Buona cosa sarebbe quella di sfilare ogni tanto dagli scaffali di una
libreria un buon libro umoristico, e di leggerlo anche.
Sono molti gli
esempi da citare, dal francese Sanantonio all'italiano Collodi, (per
rimanere nell'ambito e nel filone dei classici), dall'americano Mark
Twain all'inglese Jerome Klapka Jerome.
Ed è proprio di quest'ultimo che
qui intendo parlare. Figlio di Jerome Clapp, nacque a Walsall il 2
maggio 1859, un lunedì, morendo a Northampton il 14 giugno 1927, un
martedì. A 14 anni rimase orfano di entrambi i genitori, per cui si vide
costretto ad abbandonare gli studi per intraprendere vari lavori. Da
impiegato presso la compagnia ferroviaria con la mansione di
raccoglitore di carbone lungo la linea ferroviaria, passò poi - dopo
quattro anni di quella vita - a svolgere diversi altri lavori a Londra,
città dove dal 1863 si era stabilito con la famiglia. Fu così impiegato,
segretario, piazzista, assistente di professore, giornalista, attore.
Da quest'ultima esperienza nascerà il libro "Su e giù dal palcoscenico",
nel quale narrerà in maniera tragicomica le sue esperienze teatrali in
una compagnia scalcinata che non poteva certo garantirgli cospicui
assegni con la firma in calce. Il libro successivo "Pensieri oziosi di
un ozioso" fu il suo primo successo, ma quello che a ben ragione può
essere definito best-seller e long-seller rimane senz'altro
(perché è rimasto nella storia dei titoli umoristici) "Tre uomini in
barca", uscito nel 1889, quando il suo autore aveva 31 anni. Il libro
nasce dalle impressioni ricavate da una lunga gita sul Tamigi fatta con
la neo moglie Henrietta, in luna di miele. Nel romanzo poi lei sparirà
per lasciare il posto a due amici di Jerome: George, ed Harris (questo
perché evidentemente ci vogliono perlomeno due uomini per poter
sostituire degnamente una donna). Inizialmente pare che Jerome
intendesse comporre un libro che fosse un resoconto delle località
bagnate dal Tamigi, e che si sarebbe intitolato "La storia del Tamigi".
Ma l'editore fortunatamente per lo scrittore e per i suoi futuri lettori
non fu d'accordo e decise di tagliare molte pagine descriventi la
cronaca del viaggio, per evidenziare invece quelle inerenti il simpatico
trio di amici. E fu così un successo di vendite. Inizialmente da un
milione e mezzo di copie e successivamente di altri milioni nei decenni
successivi poiché il libro varcò le soglie del Regno Unito per
approdare in vari Paesi. Tra questi, la Germania che ne rimase talmente
entusiasta da adottarlo anche come testo scolastico tanto che 11 anni
dopo, nel 1900 e nel successivo romanzo "Tre uomini a zonzo" Jerome descriverà
un viaggio dei tre amici proprio in Germania. Nel frattempo nel 1892 lo
scrittore fonderà la rivista illustrata "The Idler", cioè "Il
Fannullone", sulla quale oltre a lui scriveranno anche Mark Twain,
Arthur Conan Doyle, Rudiard Kipling che ne fu pure direttore. Quando nel
1914 scoppierà la prima guerra mondiale Jerome nella sua generosità
patriottica chiederà di arruolarsi ma verrà respinto perché ormai
cinquantaseienne. Non demorderà perché già stava mordendo il freno, per
cui chiederà di fare l'autista di ambulanza per l'esercito francese. Ciò
che avrà modo di vedere (e che forse avrebbe dovuto prevedere) sui
campi di battaglia, lo sconvolgerà a tal punto da poter adottare per sé
il titolo del romanzo autobiografico di Giovanni Papini "Un uomo
finito". Tornato in patria scrisse altri tre libri di cui l'ultimo: "La
mia vita e i miei tempi", uscirà nel 1926, anno di nascita del grande Ed
McBain, mentre l'anno successivo, colpito dapprima da ictus e poi da
emorragia cerebrale, morirà alla non elevata età di 68 anni, elevandosi
però sulla media degli altri scrittori suoi contemporanei, e non
solo.
Jerome Klapka Jerome è stato il rappresentante più illustre di un
umorismo inglese privo di volgarità e giochi di parole, il quale si
basa sull'osservazione della realtà circostante e sulla sua affettuosa
presa in giro, che poi è una presa in giro nei nostri stessi confronti
per l'incapacità di affrontare con determinatezza determinate
situazioni. La lettura di questi romanzi, novelle, articoli scritti con
apparente leggerezza riesce a infondere in chi ne usufruisce una
serenità che sempre, abbisogna alle persone per meglio affrontare
l'esistenza .
Antonio Mecca