L'ultimo cliente - 4

A cinque giorni dalla scoperta del cadavere – scoperta avvenuta poche ore dopo la morte grazie ai lamenti del gatto della donna. Miagolava disperatamente accanto al corpo senza vita della sua padrona. La polizia ancora brancolava nel buio. Fu il caso, come spesso succede, a dare una svolta all’indagine. Un fotografo che aveva il negozio nella vicina via Ponte Seveso, a cinquanta metri dall'angolo con via Tonale, si mise in contatto con il commissariato e con il titolare dell'inchiesta, il commissario Luigi Scalise. Questo perché nello sviluppare un rullino fotografico che un cliente gli aveva portato proveniente da una vecchia e ormai superata macchina a pellicola, aveva riconosciuto in una delle foto scattate il palazzo dove la prostituta era stata uccisa tempo prima. Al portone di ingresso si vedeva un uomo che stava ascoltando, leggermente chinato in avanti, una voce proveniente dalla griglia dell’altoparlante del citofono. Quest’uomo reggeva una borsa da viaggio color marrone, e dimostrava più o meno una cinquantina d’anni. Mauro, così si chiamava il fotografo, aveva una quarantina d’anni, uno studente fuori corso ma non invece fuori sorso, visto l’acceso colorito roseo che il suo volto denunciava e che non pareva derivare da una sana carnagione di pesca appena colta ma, se mai, di una pesca messa a macerare in un bicchierone di vino ad alta gradazione. Gestiva il negozio in collaborazione con Monica, una giovane donna la cui unica dolcezza sembrava provenire dai suoi capelli color miele. Ora, nel loro negozio collegato con uno di vendita di occhiali e lenti a contatto si trovava Scalise, interessato alla storia che i due giovani gli stavano raccontando.

- Mi sono ricordato nel vedere questa foto – e così dicendo gli mostrò la fotografia dell’uomo con la borsa da viaggio – dell’omicidio della prostituta qui accanto. Per cui ho deciso di ingrandire il volto dell’uomo, ed eccolo qui – e gli mostrò quindi l’immagine ingrandita della foto precedente. Il poliziotto osservò attentamente le due fotografie, notando che lo scatto era stato effettuato dall’angolo della via Fabio Filzi con la via Tonale, quindi proprio di fronte al palazzo in cui la prostituta aveva perso la vita. Poi si rivolse al fotografo.


Antonio Mecca

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