LA TERZA LICEO DI GIULIA RUBINI

L'attrice scoperta da Luciano Emmer

In Italia il Cinema più blasonato dalla critica è stato il neorealismo, che proponeva film interpretati da non attori, vale a dire da interpreti presi dalla strada, come il Lamberto Maggiorani del celebre "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica. Ma il genere che riscosse più successo fra il pubblico pagante e fu il cosiddetto neorealismo rosa, vale a dire quel film commedia così bene rappresentato dalle serie "Pane, amore e fantasia", "Don Camillo", "Poveri ma belli", e tanti altri film interpretati da grandi attori che contribuirono nel veicolare le storie rappresentate presso il grande pubblico. Tra questi Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Totò, Peppino De Filippo furono gli interpreti maschili. Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Giovanna Ralli quelli femminili. E Giulia Rubini. La non dimenticata Giulia Rubini che fu la splendida interprete di decine di film realizzati in 15 anni di attività, dal 1953 al 1968, dall'esordio in "Terza Liceo" di Luciano Emmer, al western decadente "Uno straniero a Paso Bravo", ultimo titolo di una filmografia comprendente 34 film, che spaziavano dalla commedia al film storico, dal film sociale al western. Giulia Rubini, nata a Pescara il due giugno 1935 ma dall'età di cinque anni trasferitasi a Roma deve il suo esordio cinematografico allo zio che le scattò una foto a colori apponendola nella vetrina del suo negozio fotografico in piazza di Spagna, la foto venne notata dal regista Luciano Emmer che alla ricerca di giovani attrici per il suo film "Terza Liceo" la sottopose a un provino che la giovane superò in modo brillante come il gioiello che rappresenta il suo nome. Da allora, per tutto il resto degli anni '50, fu un continuo girare film dove proponeva il suo personaggio più caratteristico: quello di una ragazza giovane e carina provvista di un buon carattere ma non certo sottomessa. 

Ebbe la fortuna di lavorare accanto a mostri sacri quali Totò e Peppino - "La banda degli onesti"- , Aldo Fabrizi - "I due compari"- , Fernandel - Era di venerdì 17". Ma, anche, con un giovanissimo Mario Girotti non ancora Terence Hill - "Guaglione"- , e nel film di impianto neorealista "La finestra sul Luna Park", la cui interpretazione venne lodata dal critico cinematografico Giuseppe Marotta. Purtroppo, con l'avvento degli anni '60 la carriera cinematografica di Giulia Rubini subì un brusco stop facendola dirottare finendo in produzioni terra-terra quali film storico-mitologici e western come: "Le pistole non discutono" (dove la sua partecipazione è ridotta all'osso), "Johnny Oro", "Sette pistole per un massacro" e  il già citato "Uno straniero a Paso Bravo", interpretato a fianco di Antonio De Teffè (Anthony Steffen), sosia quasi perfetto di Clint Eastwood. Giulia, che nel frattempo aveva sposato: a 21 anni, Oliviero Crabai, generale dell'esercito di origine sarda, e dal quale aveva avuto due figli, con il tramontare degli anni '60 e pur ricevendo nuovi ruoli per nuovi film, decise di ritirarsi da un Cinema che non sembrava offrirle più nuovi stimoli per dedicarsi alla propria famiglia, che invece di stimoli gliene offriva molti. Da Roma, per ragioni di lavoro concernenti la professione del marito, la famiglia si trasferì a Gozzano, ameno paese sul lago d'Orta, rimanendoci all'incirca una decina di anni. Ho avuto il piacere di conoscere Giulia Rubini una quindicina di anni fa, dapprima per telefono e poi di persona a Milano, città nella quale viveva il figlio. Ricordo che ci incontrammo in via Manin,  descritta in un bel racconto di Giuseppe Marotta in "Mal di galleria", e da lì passeggiammo per i giardini del parco di Palestro. Giulia Rubini era il 2006, i capelli tinti di biondo oro, così da fare pendant con il gioiello del suo cognome. Parlammo per un po', e fra le cose che mi disse ci fu anche quella relativa al doppiaggio, che all'epoca in cui ancora lavorava nel Cinema avrebbe gradito intraprendere come professione perché: seppure spesso doppiata da brave attrici quali Maria Pia Di Meo sebbene non per sua volontà, essendo provvista anche lei di una voce più che gradevole e intensa, non le sarebbe stato difficile diventare a sua volta una brava doppiatrice. Le fu però impossibile entrare in quel mondo ermeticamente chiuso. Ottenne anche la proposta di recarsi in America per intraprendere una carriera hollywoodiana, ma preferì non andarci, non se la sentiva di abbandonare la propria famiglia. Pur essendosi ritirata dal Cinema ancora ragazza: all'età di 33 anni, Giulia Rubini si ha occasione di vederla spesso in TV o nel mercato dell'home video nei passati film da lei interpretati, sempre giovane e fresca come le sue interpretazioni di allora. A Pescara è rimasta affezionata, la si può incontrare perché ogni anno vi fa ritorno, per respirare l'aria di mare e passeggiare lungo le strade della bella città abruzzese.
Così com'è un piacere riguardare i film che Giulia ha interpretato nel periodo d'oro del Cinema italiano.

Antonio Mecca

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