LE BELLE IMMAGINI
- 20 luglio 2019 Cultura

UNA MORTE DOLCISSIMA
di Simone de Beauvoir
INCIPIT - "È un ottobre... eccezionale" dice Gisèle Dufrène; sono tutti d'accordo, sorridono, dal cielo grigio-azzurro scende un calore estivo - Cos'hanno gli altri che non ho io? - si accarezzano gli occhi con l'immagine perfetta pubblicata da "Plaisir de France" e da "Votre Maison": la fattoria acquistata per un boccon di pane - be', diciamo di pandispagna - e riattata da Jean- Charles al prezzo di una tonnellata di caviale, ("non me la cavo con un milione", ha detto Gilbert), le rose contro il muro di pietra, i crisantemi, gli astri, le dalie, "le più belle di tutta l'Ile-de-France", dice Dominique; il paravento e le poltrone turchine e viola - di un'audacia! - spiccano sul verde del prato all'inglese, il ghiaccio tintinna nei bicchieri, Houdan bacia la mano di Dominique, snellissima nei pantaloni neri e nella camicetta smagliante, coi pallidi capelli a ciocche bionde e grigie; vista di spalle, non le si dànno trent'anni.
FINIS - Mia madre incoraggiava all'ottimismo quando, impedita, morente, affermava l'infinito valore di ogni istante; ma intanto il suo vano accanirsi lacerava il rassicurante velario della banalità quotidiana. Non esiste una morte naturale: di ciò che viene all'uomo, nulla è mai naturale, poiché la sua presenza mette in questione il mondo. Tutti gli uomini sono mortali: ma per ogni uomo la propria morte è un caso fortuito, e anche se la conosce e vi acconsente, una indebita violenza.