LE PAGINE COINVOLGENTI E STRUTTIVE DI EDWARD BUNKER

"Sono convinto che chi non legge resta uno stupido. Anche se nella vita sa destreggiarsi, il fatto di non ingerire regolarmente parole scritte lo condanna ineluttabilmente all'ignoranza, indipendentemente dai suoi averi e dalle sue attività". E.B.

Sono parole di Edward Bunker, scrittore americano nato a Hollywood il 31 dicembre 1933 e morto in California, a Burbank, il 19 luglio 2005. Bunker, di lontana origine francese (il suo cognome deriverebbe da " Bon Coeur") trascorse quasi metà della sua esistenza entrando e uscendo dal carcere, dopo essere stato ospite suo malgrado di orfanotrofi, scuole militari, rifugi per senzatetto e riformatori. A diciassette anni entra nel carcere di San Quentin. Nella cella accanto alla sua vi è Caryl Chessman, accusato di rapina e stupro, che alcuni anni dopo verrà giustiziato, nonostante la mobilitazione di scrittori del calibro di Norman Mailer a suo favore.
Nel frattempo Chessman scriverà tre libri, facendo amicizia con il giovanissimo Eddie, il quale, interessato dal fatto che il suo vicino di cella si dedica alla scrittura, cercherà di imitarlo. Tramite la sua amica Louise Fazenda Wallis, ex attrice maritata con il produttore Hal Wallis, che fa opera di volontariato nei confronti di gente sfortunata e bisognosa di affetto (Bunker cominciò ad avviarsi lungo la china discendente già da bambino, perché i suoi genitori: padre alcolizzato, madre non in grado di svolgere quella che si può ben definire una missione ben poco facile) riesce a ottenere una macchina per scrivere con la quale riversare su carta, romanzandola, la propria esistenza.
Oltre a scrivere, il giovane legge, e molto: libri presi dalla biblioteca del carcere, i cui autori, da lui preferiti sono soprattutto Dostoevskij, e poi Hemingway, Faulkner, Dreiser e  Alberto Moravia, di cui predilige il romanzo "Il conformista".
È del 1973 il primo dei suoi sei romanzi a vedere la luce e due anni dopo potrà vedere la luce anche il suo autore, prima che questa si spenga esattamente trent'anni dopo, nel luglio del 2005, mese e anno in cui morirà anche il grande Ed McBain. Bunker questa volta riuscirà a non commettere più reati anche grazie alla risonanza che si può ben definire magnetica per via della forza narrativa che pervade il romanzo.
Il neo scrittore che di nei nel corso della sua esistenza ne aveva accumulati molti, comincerà a guadagnarsi da vivere in maniera onesta, non soltanto scrivendo libri che annoverano fra i suoi ammiratori anche il grande scrittore William Styron e il suo più o meno collega James Ellroy, ma anche sceneggiature di vari film o attore magari in brevi ma incisivi ruoli quali "Vigilato speciale" (tratto da "Come una bestia feroce" e nel quale il protagonista è il grande Dustin Hoffman) o "Le Iene", di Quentin Tarantino. Inoltre è consulente di altri film, tra cui il famoso "La sfida", incentrato su una rapina, dove il protagonista Robert De Niro lo volle come supervisore. Edward Bunker, intervistato nel 2002 a Roma, nei pressi della basilica di Massenzio, in occasione di uno dei tanti festival della letteratura che allietano il nostro Bel Paese, ebbe a dichiarare che il carcere americano non è una struttura che redime bensì una stortura che peggiora chi vi entra, poiché la religione calvinista della quale è imbevuta l'America così come la spugna di aceto fatta bere da un legionario romano al povero Gesù sulla croce, inacidisce e inaridisce l'individuo. Solo chi ha i soldi per potersi permettere avvocati di grido, può farcela ad uscire o addirittura a non entrare in carcere. Questo perché il dollaro è il valore predominante del Paese. Come già scriveva Raymond Chandler nel suo splendido romanzo "Il lungo addio" (dove tra l'altro il personaggio Marlowe finisce in carcere), facendo dire a Marlowe e al suo amico Ohls le seguenti battute:
- La malavita organizzata non è altro che l'aspetto più sudicio del potere del dollaro.
- E quale sarebbe l'aspetto pulito?
- Non l'ho mai visto.
Leggere le pagine di uno scrittore quale Edward Bunker è stato istruttivo oltre che coinvolgente, poiché la forza della letteratura americana viene da parte dei suoi migliori esponenti continuamente rinverdito.

Antonio Mecca     

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