Milano, Sala e la corsa per Palazzo Marino

Il punto di Galbusera
Il commento di Walter Galbusera, della fondazione Anna Kuliscioff, sulla ricandidatura di Giuseppe Sala a sindaco di Milano e sulle mosse del centrodestra

Nella tornata amministrativa del prossimo anno le alleanze per le candidature dei sindaci delle grandi città come Roma e Torino offriranno un test importante soprattutto per la fattibilità e il contenuto delle intese tra PD e 5 Stelle, ma il futuro di Milano fa storia a sé.
Il sindaco uscente, Beppe Sala, che aveva preannunciato una pausa di riflessione per decidere se ricandidarsi o meno, ha sciolto la riserva e con l’unica risposta possibile, quella di puntare alla sua riconferma a Palazzo Marino.
Il sindaco in carica si è anche permesso il lusso, dati i tempi, di mandare un segnale di cavalleresco apprezzamento nei confronti dei candidati (peraltro ancora non pervenuti) delle opposizioni quando ha dichiarato, rivolgendosi ai milanesi: “A voi decidere essendo convinto che, se non sceglierete me, avrete la possibilità di scegliere altri candidati capaci perché così è sempre stato a Milano”.
Molte sono le variabili che determinano l’elezione diretta del sindaco di una grande città. Il peso delle singole forze politiche e della loro capacità di aggregarsi e di allargare la propria area di influenza, la chiarezza e l'attrattività di progetti trainanti che danno una forte identità a chi li propone. Ma, last but not least, la figura del candidato (uomo o donna che sia) deve godere di una certa popolarità, avere un feeling con la città e un’importante storia di successo in qualunque esperienza lavorativa.
Milano, sede di prestigiose università, ospedali e centri di ricerca, può ancora contare su un forte tessuto industriale, commerciale e finanziario e su una vasta presenza di imprenditori, di lavoratori dipendenti e autonomi, di professionisti uniti dall’etica del valore del lavoro e dalla convinzione che, al di là di un fisiologico conflitto sociale, esistano importanti interessi comuni tra i diversi ceti.
È un “civismo sociale” che ha bisogno prima di tutto che la macchina amministrativa della città funzioni senza vessazioni burocratiche per agevolare la creazione di valore da distribuire. Questo spiega anche la presenza di importanti istituzioni culturali e di una solida e diffusa rete di solidarietà che affonda le proprie radici nel riformismo socialista e cattolico di fine ottocento.
Per questo la figura del sindaco “amministratore di condominio” evocata in passato da Gabriele Albertini che per dieci anni fu l'inquilino più importante di Palazzo Marino, è oggi ancor di più un elemento centrale di fronte all'incertezza del futuro.
Cosa accadrà per effetto della pandemia nel tessuto economico sociale di Milano? Questa domanda se l'è posta anche Sala che non considera una passeggiata il prossimo appuntamento elettorale e si presenta non per completare il suo precedente programma, ma come “uomo del cambiamento cui piace intervenire in situazioni non costruite”. Alcuni tra gli avversari gli riconoscono di essere un buon gestore, ma senza visione.

Walter Galbusera

L'INGLESE CANTANDO

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
EDB Edizioni

Com'è bella Milano

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni

L'Osteria degli Orchi

di Albertina Fancetti
EDB Edizioni