TRE UOMINI IN BARCA - Jerome K. Jerome
- 04 febbraio 2020 Cultura
La letteratura universale
a cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
Eravamo in quattro: Giorgio, Guglielmo Samuele
Harris, io e Montmorency. Seduti nella mia stanza, si fumava e si parlava di come stessimo male… male, intendo, rispetto alla salute.
Ci sentivamo tutti sfiaccati e ne eravamo impensieriti.
Harris diceva che a volte si sentiva assalito da tali strani
accessi di vertigine, che sapeva a pena che si facesse; e
poi Giorgio disse che anche lui era assalito da accessi di
vertigine e appena sapeva anche lui che si facesse. Io
poi avevo il fegato ammalato. Sapevo di avere il fegato
ammalato, perchè avevo appunto letto un annuncio di
pillole brevettate nel quale si specificavano minutamente i vari sintomi dai quali il lettore poteva arguire d’avere il fegato malato. Io li avevo tutti.
FINIS
— Bene — disse Harris, sporgendo la mano al bicchiere — abbiamo goduto delle belle gite, e i miei cordiali ringraziamenti al vecchio padre Tamigi… ma credo
che abbiamo fatto bene a dargli il benservito a tempo.
Ecco tre uomini felici fuori della barca!
E Montmorency, ritto sulle gambe di dietro, innanzi
alla finestra, emise un breve latrato, certo per unirsi al
brindisi.