TRUMAN CAPOTE UNO DEI NOMI PIÙ ORIGINALI DELL'AMERICA LETTERARIA
- 03 ottobre 2019 Cultura
TRUMAN CAPOTE UNO DEI NOMI PIÙ ORIGINALI DELL'AMERICA LETTERARIA
Nato a New Orleans il 30 settembre 1924 con il nome di Truman
Streckfus Persons, visse da bambino una infanzia tristissima.
I genitori
ben presto si separarono e lui dovette vivere presso parenti che non lo
sopportavano. Da piccolo, di età e di statura durante l'infanzia, e
solo di statura durante la giovinezza, fu veramente felice soltanto
quando poté stare in compagnia della matura cugina Sook, personaggio
quasi fiabesco che descrive in uno splendido racconto, e in
compagnia dell'amica Harper Lee (l'autrice de "Il buio oltre la siepe", pubblicato nel 1960). Harper Lee lo aiutò non
poco nella preparazione di un romanzo verità "A sangue freddo" che
Capote scrisse in sei anni, pubblicandolo dapprima a puntate sul New
Yorker e quindi in volume. Il romanzo narra la vicenda di una famiglia
di quattro agricoltori trucidati da due psicopatici nella loro casa nel
Kansas. Furono poi catturati e condannati alla sedia
elettrica. In uno dei due assassini lo scrittore vide un po' un se
stesso così come avrebbe potuto essere anche lui se fosse stato meno
fortunato in quanto a talento, poiché anche il pluriomicida era stato
abbandonato dai genitori e aveva vissuto in balia di persone a lui non
gradite. Truman assunse il cognome Capote mutuandolo da quello di Joe
Capote, uno dei non pochi amanti della madre. Lettore vorace, divenne
ben presto uno scrittore famoso. Tra i suoi lavori ci fu quello di
fattorino per la rivista letteraria New Yorker, proprio per avere la
possibilità di stare vicino al mondo letterario da lui tanto concupito. I
primi racconti li pubblicò su Harper's Bazaar e nel 1945 apparve su
una rivista femminile, il racconto "Miriam", che contribuì a farne
conoscere il nome e di lì a pochi anni a farsi un nome con la
pubblicazione del suo primo romanzo "Altre voci, altre stanze" del 1948. Fu però
dieci anni dopo, nel 1958, che comparve "Colazione da Tiffany",
storia che pur presentando come protagonista una prostituta, tramite il
tono leggiadro della narrazione avrebbe ottenuto uno strepitoso successo
di lì a tre anni replicato poi con il magnifico film interpretato dalla
splendida Audrey Hepburn. Nel ruolo maschile dello scrittore ai suoi
difficili esordi, Capote vedeva se stesso, tanto da autocandidarsi come
coprotagonista. Per fortuna la produzione non accettò, e il ruolo venne
ricoperto per sfortuna da George Peppard in sostituzione del
certamente più azzeccato Tony Curtis, che venne scartato da qualcuno,
forse il neo marito della Hepburn Mel Ferrer, il quale cercava di autoimporsi anche
quando era assente dai set frequentati dalla moglie. La stessa Hepburn aveva
rifiutato di interpretare il film "Gigi" che come commedia l'aveva fatta
scoprire al pubblico e che interpretò prima e dopo avere girato
"Vacanze romane". Il successo catapultò lo scrittore nel mondo del jet
set, conteso da contesse e mogli di industriali tra le quali Lee
Radziwill, sorella di Jacqueline Kennedy. Truman, perfido come non
pochi omosessuali, le faceva divertire al pari di un giullare di lusso.
Triste condizione, la sua, quella di uno scrittore di rango ridotto
al fango di una condizione subalterna. Durante quegli anni di follie
Capote scrisse comunque opere notevoli, tra le quali interviste-ritratto
a personaggi del calibro di Marlon Brando e Marilyn Monroe, della quale
fu amico e che avrebbe voluto imporre nel ruolo di Holly Golightly.
Immaginiamoci entrambi nel famoso film, al posto della Hepburn e di
Peppard, ed ecco che il lungometraggio si sarebbe ridotto a
mediometraggio perché più che un valore medio non poteva risultare né
tantomeno risaltare. Per anni Capote parlò di un romanzo che stava
scrivendo sul jet set, senza che questo apparisse mai. Il romanzo
incompleto di Truman vedrà la luce dopo la sua morte e si intitolerà
"Preghiere esaudite", dopo essere apparso quando era ancora in vita a
puntate sui giornali. Queste pagine gli provocheranno l'ostracismo del
mondo del jet set che frequentava e che gli chiuderà le porte
definitivamente. Sembra che Capote abbia detto, a proposito della loro
reazione: "Cosa diavolo si aspettavano? Sono uno scrittore". Già, ma
anche lui cosa si aspettava di ottenere da loro? L'opera di Capote
eccelle soprattutto nei racconti, 16, e nei romanzi già citati, nonché
in molti reportage confluiti nel libro "I cani abbaiano". La sua
esistenza venne distrutta con l'abuso di alcool e droghe,
portandolo alla morte per cirrosi epatica un mese prima del compimento
dei 60 anni. Per fortuna ci sono invece Artisti ai quali basta come
droga benefica quella prodotta dalla loro Arte, della quale sono i primi
a nutrirsene e a beneficiarne.
Antonio Mecca