"Da Gina a Gino"
- 26 gennaio 2023 Curiosità
Pressoché negli stessi giorni in cui moriva Gina Lollobrigida - 16 gennaio - il 17 a Roma se ne andava anche Gino Landi, vale a dire uno di quei coreografi e registi che hanno dato lustro al mondo del varietà teatrale e televisivo.
Landi era nato a Milano il due agosto 1933 come Luigi Gregori. I genitori erano entrambi artisti di varietà, e furono loro a indurlo ad iscriversi a una scuola di danza. Scoperto da Macario mentre stava allestendo in teatro la messa in scena di "Bulli e pupe", Gino Landi divenne rapidamente un grande ballerino e un ottimo coreografo, passando nella Tv dei primordi degli anni '60 come aiuto coreografo di Don Lurio nei grandi varietà della Rai "Studio Uno" e "Giardino d'inverno" per poi proseguire come coreografo nel mitico "Biblioteca di Studio Uno", "Johnny Sette", "Canzonissima '71 (dove coreografò il celebre "Tuca Tuca" con la splendida Raffaella Carrà), "Dove sta Zazà" con Gabriella Ferri e "Mille Luci", questi ultimi due diretti da Antonello Falqui e - nell'ultimo - con Mina che qui diede il suo addio alla Televisione. In teatro lavorò in molte produzioni, tra le quali svariate operette e la divertente "Aggiungi un posto a tavola", di Jaja Fiastri.. La sua grande bravura di coreografo che sapeva avere orecchio per la musica lo portò a ideare coreografie di grande bellezza prima ancora che Sorrentino cooptasse questo termine, e sebbene non prese mai un premio Oscar ebbe modo di lavorare con registi da Oscar quali Fellini e Leone (con quest'ultimo per la coreografia del ballo in "C'era una volta in America"). La musica è figlia dell'epoca che l'ha partorita, e le coreografie basate su di essa compongono una danza che nel presente può piacere o non piacere ma in futuro non si potrà non guardarle, o riguardarle, senza provare una certa nostalgia, tanto più consistente quanto più la nostra sensibilità è alta. Negli anni '80 Gino Landi lavorò anche in Fininvest, seguendo Pippo Baudo e realizzando con lui "Festival", mentre i festival veri e propri di Sanremo condotti da Baudo, ebbero praticamente sempre la sua regia. Diresse anche "Premiatissima", con Dorelli e Sabrina Salerno, e "Bene, bravi, bis", con Franco e Ciccio e Edvige Fenech. Landi era - come giustamente afferma Lorella Cuccarini - un coreografo di eccezionale talento, che molto pretendeva dai ballerini perché molto dava come insegnamento. Lavorare con lui in qualità di ballerino o tecnico era indubbiamente un privilegio, che veniva trasmesso anche alla troupe. Il regista Giuliano Forni, all'epoca mixer video, raccontava che per un balletto ideato da Landi gli stacchi erano così tanti e bisognava eseguirli ad arte, che lui preferì chiudere gli occhi e tenere le mani con le dita sui relativi tasti corrispondenti alle varie inquadrature delle camere. E se la cavò benissimo, tanto che Landi - insieme a lui e a buona parte della troupe - intervenendo come ospite nella trasmissione "Anteprima" condotta da Fiorella Pierobon, lo definì un "piccolo mago del mixer". Fu anche da lì che Giuliano Forni prese il via nella sua carriera di regista che lo portò a dirigere "Ciao Ciao" e molte puntate di "Bim Bum Bam", per poi lavorare di lì a poco con un attore non certo da poco quale Nino Manfredi, che venne a Milano Due per condurre e cantare con dei bambini alcune canzoni. Gino Landi era una persona molto simpatica, che dava fiducia a chi lavorava con lui ma non tollerava infingardaggini varie o pressapochismo. Si avrebbe ancora bisogno di coreografi e registi quale lui era, perché come giustamente diceva Johnny Dorelli proprio a proposito di "Premiatissima", lo spettacolo "leggero è in realtà ben poco leggero", e va quindi affrontato con impegno e serietà. Ma non, aggiungiamo noi, con seriosità.
Antonio Mecca