Apre al Louvre la mostra sulla scultura del Rinascimento italiano

Coprodotta con il Castello Sforzesco di Milano frutto di una ricerca originale, l’esposizione potrà essere ammirata in Francia fino al 18 gennaio e in Italia dal 5 marzo 2021

Apre al Louvre la mostra “Le Corps et l’ame. De Donatello à Michel-Ange. Sculpture italiennes de la Renaissance”, un percorso di 140 opere che nasce dalla collaborazione tra il Castello Sforzesco di Milano e il Museo del Louvre e che sarà allestita nelle sale espositive del Castello Sforzesco dal 5 marzo al 6 giugno 2020. 
Il progetto espositivo è curato da un team italo-francese composto da Marc Bormand (Conservatore della scultura italiana del Museo del Louvre), Beatrice Paolozzi Strozzi (direttrice del Museo del Bargello dal 2001 al 2014) e Francesca Tasso (Conservatrice responsabile delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco) e dimostra la sempre più feconda collaborazione tra il Louvre e i Musei dei Castello Sforzesco, già avviata su alcune iniziative congiunte durante il cinquecentenario di Leonardo da Vinci. Frutto di una ricerca originale sul Rinascimento italiano, che ha scelto l’affascinante mezzo della scultura per raccontare l’evoluzione della rappresentazione artistica dei sentimenti umani in quel periodo cruciale per la storia dell’arte, la mostra potrà essere ammirata in Francia fino al 18 gennaio 2021 e in Italia dalla prossima primavera con il titolo “Il corpo e l'anima, da Donatello a Michelangelo.  Scultura italiana del Rinascimento”.    

“Il corpo e l’anima”
 presenta nel suo contesto artistico la scultura della seconda metà del Quattrocento e dell'inizio del Cinquecento. In questo periodo, considerato come l'apice del Rinascimento, una varietà di stili fiorì prima a Firenze, poi a Venezia e a Roma, e la rappresentazione della figura umana nella complessità dei suoi movimenti assunse forme estremamente innovative. Questa ricerca sull'espressione e sui sentimenti è al centro degli sforzi dei più grandi scultori del periodo, da Donatello a uno dei più famosi creatori della storia, a Michelangelo.  
La mostra si propone anche di andare alla scoperta di artisti meno famosi, di ammirare opere di difficile accesso a causa del loro luogo di conservazione (chiese, piccoli paesi, esposizione nei musei), per rimetterle in luce, ma anche di contestualizzarle.  
Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni:  
Nella prima, intitolata “Il furore e la grazia”, le complesse composizioni cercano di tradurre la forza e l'esasperazione dei movimenti del corpo ispirandosi ai modelli antichi che si riconoscono nelle opere di Antonio del Pollaiolo, Francesco di Giorgio Martini o Bertoldo, mettendo in gioco sia la forza e le torsioni del corpo maschile, sia l'effetto espressivo delle passioni più intense dell'anima. Al contrario, eleganti drappeggi, che circondano corpi prevalentemente femminili, consentono agli artisti di rivelare il fascino della figura umana, che conduce alla rappresentazione ultima della grazia attraverso il nudo.   
La sezione “Commuovere e convincere” sottolinea un forte desiderio di toccare violentemente, nelle sacre rappresentazioni, l'anima dello spettatore. Dopo il lavoro di Donatello intorno al 1450, l'emozione e il movimento dell'anima prendono un posto decisivo al centro delle pratiche artistiche.  
Un vero e proprio teatro di sentimenti si dispiegò infatti nel nord Italia tra il 1450 e il 1520, in particolare nei gruppi della Deposizione di Cristo, i cosiddetti “Compianti”, come quelli di Guido Mazzoni o Giovanni Angelo del Maino. Questa ricerca del pathos religioso si incarna anche nelle figure in movimento di Maria Maddalena e San Girolamo che fiorirono in Italia in questo periodo. 
Infine, nell’ultima sezione intitolata “Da Dioniso ad Apollo”, l'inesauribile riflessione sull'antichità classica si esprime in opere sviluppate a partire da modelli classici come lo “Spinario” o il “Laocoonte”. Insieme al campo della pittura (con lo "stile morbido" del Perugino o del giovane Raffaello), la scultura sviluppa la ricerca di una nuova armonia che trascende il naturalismo dei gesti e dei sentimenti estremi. Particolarmente viva in una classicità affermata in Veneto e Lombardia, questa ricerca della bellezza espressiva che aspira all'universale è fortemente incarnata anche in Toscana e a Roma, dove il papato di Giulio II e Leone X svolge un ruolo di irrigazione e unificazione stilistica. 
Questo “stile dolce” culminò all'inizio del Cinquecento con la comparsa del "sublime", dando vita a un nuovo classicismo sotto la guida di Raffaello e Michelangelo. 
Dalla fine del Quattrocento Michelangelo operò infatti una sintesi formale che includeva sia la conoscenza scientifica dei corpi, ideale assoluto di bellezza, sia il desiderio di andare oltre la natura attraverso l'arte. Questa ricerca lo portò a realizzare “Gli schiavi”, oggi conservati al Louvre, per ottenere quell'espressione dell'ineffabile che è propria dei suoi ultimi lavori. 
  
Spingendo la nozione di Rinascimento oltre il territorio toscano, la mostra colloca questo periodo in un contesto oggi più ampio e complesso di quanto non fosse all'inizio del Quattrocento. Il progetto espositivo infatti pone l’accento non solo sulla produzione fiorentina, con grandi personaggi come Donatello e Michelangelo, ma anche sulle esperienze delle altre regioni d’Italia che hanno adottato, ma anche riadattato, questo nuovo linguaggio artistico. Un fenomeno visibile in particolare nella ripresa di modelli o temi che, trasfusi in una cultura locale, diventano a loro volta fonte di un linguaggio nuovo, specifico e distinto, e questo particolarmente nelle regioni del nord Italia, come in Milano (con Solari e Bambaia), Venezia (con Tullio Lombardo), Bologna (con Guido Mazzoni), ma anche Siena (con Francesco di Giorgio Martini) e Padova (con Riccio).  

 

Foto allestimento Louvre

Catalogo della mostra 
“Le corps et l'âme. De Donatello à Michel-Ange. Sculptures italiennes de la Renaissance”, a cura di Marc Bormand, Musée du Louvre; Beatrice Paolozzi Strozzi, Museo del Bargello, Firenze e Francesca Tasso, Castello Sforzesco, Milano. Co-edizione Musée du Louvre éditions / Officina Libraria.  
  
Album della mostra 
Co-edizione Musée du Louvre éditions / Officina Libraria.  
  
Informazioni:  
www.louvre.fr 
www.milanocastello.it 

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