Consiglio comunale: Edifici dismessi

Approvato l'aggiornamento dell'elenco con sette nuovi ingressi

Il Consiglio comunale ha approvato, con 35 voti favorevoli e nessun contrario, il primo aggiornamento dell'elenco degli immobili dismessi, così come previsto con la delibera del dicembre scorso che disciplina il recupero e la restituzione alla città degli edifici abbandonati, in applicazione dell'art. 40 bis della Legge Regionale 12/2005 che inquadra e regola la materia.

L'aggiornamento comprende quattro immobili, tutti un tempo adibiti a uso produttivo e terziario, entrati a far parte dell'elenco già composto da 115 voci a seguito della necessaria istruttoria tecnica.
Sono il complesso in via Lampedusa 11/A (proprietà Fondazione ENPAM), dismesso dal 2016; quello in via Socrate 51-via Pitagora 18 (proprietà Nuova Ciribiciaccola Srl), dismesso nel 2014; l'edificio in via Grazzini 15 (proprietà venditrice Marpos Srl, acquirente Savills SGR Spa), dismesso nel 2020; e infine l'immobile in via Trentacoste 7 (proprietà GMS Srl), abbandonato nel 2014.
Altri tre immobili sono stati aggiunti in seguito a un emendamento presentato in Consiglio comunale: si tratta della ex casa editrice Ricordi di via Salomone 77 (proprietà Re Vesta Srl e, come promissaria acquirente, Bluestone Salomone Srl), in disuso dal 2017, e degli edifici di via Folli al civico 41 (dismesso nel 2016) e 45 (dismesso nel 2020), la cui  proprietà è per entrambi Bracco Real Estate Srl, mentre Egidio Holding Srl è la promissaria acquirente.
I presupposti per l'individuazione degli immobili sono la dismissione da almeno un anno alla data di entrata in vigore della LR 11/2021, che disciplina la materia e specifica quanto previsto dalla Legge precedente, e la presenza di una o più criticità rispetto agli aspetti di salute, sicurezza idraulica, problemi strutturali, inquinamento e degrado ambientale e urbanistico.

Come deciso con la delibera di Giunta del dicembre scorso, per gli edifici in elenco le relative proprietà avranno due anni di tempo (il minimo consentito dalla Legge Regionale) per presentare i piani di recupero, al termine dei quali scatterà un iter che li chiamerà alla demolizione e alla perdita, se previsti, dei premi volumetrici.

Il Comune di Milano ha fissato al 10% il tetto massimo di incremento dei diritti edificatori (il minimo consentito dalla Legge regionale) e individuato una serie di ambiti territoriali in cui questa possibilità non verrà concessa, per ragioni di particolare tutela paesaggistica, ambientale e architettonica. In questi ambiti, dunque, gli edifici dismessi dovranno essere recuperati con le volumetrie esistenti.
L'elenco viene aggiornato due volte l'anno.

Ava Tanin

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