Milano per le donne

Dai centri Milano donna alla Rete antiviolenza, le azioni per sostenere, prevenire e promuovere la parità di genere"

"Siamo partiti dal 'Patto dei comuni contro la violenza e per la parità di genere', nato su impulso di Milano e sviluppato grazie al confronto con tutte le città metropolitane italiane, per arrivare a una rete di centri Milano donna a servizio dei quartieri, con una sede per ogni municipio. Tutto questo passando attraverso eventi e iniziative, anche nelle scuole, che si sono posti l'obiettivo di promuovere una vera cultura della parità di genere per una società paritaria e solidale. E per l'8 marzo abbiamo varato il primo Bilancio di genere del Comune di Milano".
Così Daria Colombo, delegata del sindaco alle Pari opportunità di genere ha aperto i lavori del convegno in streaming 'Milano per le donne' organizzato in occasione della Giornata internazionale delle donne. Un momento di confronto su quanto è stato fatto e quanto ancora è da fare, a Milano, in Italia e in EuropaIl primo centro Milano donna ha aperto a maggio 2018 al Gallaratese, in via degli Appennini, seguìto, a fine novembre dello stesso anno, dallo spazio di viale Faenza, alla Barona. Nel novembre del 2019 è stato inaugurato il centro del Municipio 2, ubicato in via Sant'Uguzzone, e a luglio 2020 quello in via Narni, nel cuore del quartiere Crescenzago-Rizzoli. A febbraio scorso ha aperto lo spazio di via Savoia, nel Municipio 5, mentre sono in fase assegnazione altri due centri e per l'ultimo sono appena partiti i lavori di ristrutturazione.
In questi anni si sono rivolti alle strutture oltre 660 donne. Cittadine che hanno trovato sostegno presso gli sportelli antiviolenza e counseling (80 donne seguite con percorsi già conclusi o in corso), che hanno usufruito dei servizi di orientamento al lavoro, corsi di italiano per straniere, educazione finanziaria e informatica (oltre 150), o che hanno scelto gruppi per arricchire il proprio tempo libero con corsi teatrali, di scrittura, di lavoro a maglia, cineforum etc.
"La nostra attenzione ultima su questo tema, anche grazie all'apertura dei centri Milano donna, si è concentrata sulla prevenzione - ha dichiarato l'assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti - intesa come costruzione di un contesto sociale, dentro le comunità, attento a dare espressione alle voci 'al femminile' e a rafforzare le relazioni e la coesione per contrastare processi di isolamento e di abbandono. Questo spesso costituisce una condizione che rischia di precipitare in episodi di maltrattamento e di violenza".
Nel 2020 la Rete antiviolenza ha seguito e accompagnato circa 2.089 donne (nel 2016 erano 1.671). Circa 5mila i contatti e più di 20mila le persone (uomini e donne) intercettate dalle attività di sensibilizzazione, informazione e formazione organizzate dai centri.
Sono 9 i Centri antiviolenza (aumentati di due unità nell'arco degli ultimi cinque anni) più un presidio sanitario presso ATTS Santi Carlo e Paolo (Centro ascolto e Soccorso donna). E grazie alle nove Case rifugio e ai soggetti convenzionati in questi ultimi anni, Milano può contare su circa 40 posti letto a disposizione dei nuclei mamma/bambino e per donne sole dislocati in comunità, appartamenti e spazi collettivi protetti.

Tutte le informazioni sul sito https://www.reteantiviolenzamilano.it.

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