Una luce in fondo al tunnel

Nonostante la crisi che non sembra dare tregua, almeno per Milano e la Lombardia sembra esserci una luce in fondo al tunnel.

La Camera di Commercio di Milano ha infatti commissionato a un team di esperti, guidati da Alberto Dell’Acqua, un’analisi sull’impatto economico che l’Expo del 2015 avrà sul territorio milanese e lombardo.

Le conclusioni sono incoraggianti.

L’indotto dovuto all’evento è stimato in circa 24,7 miliardi di euro, con la parallela creazione di circa 199 mila nuovi posti di lavoro.

Se la maggior parte di questi nuovi introiti e posti di lavoro riguarderà il settore turistico, con 9,4 miliardi di incassi in più e 90 mila nuovi posti di lavoro, non è da trascurare anche l’impatto che l’esposizione universale avrà sulle aziende edili, che secondo le stime registreranno crescite per circa un miliardo, e soprattutto sulle cosiddette “start-up”, cioè nuove aziende ad alto contenuto tecnologico con personale principalmente sotto i 40 anni, che otterranno un incremento di circa 12 addetti e 1,7 miliardi di euro.

Proprio per regolare una parte del flusso di queste nuove assunzioni è in fase di chiusura il “Protocollo per il lavoro”, che sarà sottoscritto da Comune e Provincia di Milano, dalla Camera di Commercio e dalla società Expo 2015.

L’accordo, presentato dall’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani, si rivolge sopratutto alla prevenzione del lavoro nero, alla garanzia per i contratti collettivi e al corretto utilizzo delle prestazioni dei volontari, il tutto in cooperazione con i sindacati.

Ma l’Expo non è solo affari e lavoro, è anche un’occasione per fermarsi a riflettere sul tema dell’esposizione, cioè la sfida dell’alimentazione globale e dello sviluppo sostenibile del Pianeta.

Proprio per questo motivo, è stato presentato dal ministro per l’Ambiente Corrado Clini il progetto per un polo di ricerca interazionale sulle tematiche dell’ecologia e dell’alimentazione, che rimarrà a Milano una volta finito l’Expo del 2015.

“l’International Center Food and Enviroment Security”, questo il suo nome, dovrà elaborare programmi di sviluppo sostenibile e sperimentare nuovi progetti per tentare di risolvere i principali problemi ambientali, alimentari ed energetici, con particolare riguardo agli squilibri tra nord e sud del Mondo.

Il centro di ricerca collaborerà con le più importanti istituzioni internazionali, come ad esempio O.N.U e F.A.O., oltre che con persone, fondazioni e imprese interessate alle tematiche analizzate.

Sempre riguardo questi temi, molti Paesi in via di sviluppo, come ad esempio il Ghana, il Kenia e lo Yemen, stanno firmando in questi giorni i contratti di partecipazione alla manifestazione del 2015.

Diversamente dalle scorse edizioni di Expo, questi Stati non avranno un padiglione singolo, ma saranno raggruppati in spazi comuni a seconda del tipo di prodotto che coltivano maggiormente, come cereali, riso e caffè.

Nelle intenzioni degli organizzatori di Expo, questo trovarsi a stretto contatto servirà a dare loro “nuove possibilità di cooperazione sui temi comuni del cibo, della sicurezza alimentare e dello sviluppo di nuove tecnologie, per permettere di ampliare le loro prospettive”.

Alla luce di queste notizie, appare evidente che Milano nel 2015 sarà un’importante protagonista sulla scena mondiale, dando, con Expo, un apporto fondamentale al dibattito sul problema forse più sentito a livello globale, cioè quello della nutrizione del Pianeta.

Fabio Figiaconi