A UNA MOSTRA DI RODIN

Da: "Laboratorio di poesia"
a cura di Maurizio Cucchi
Cesarina Vegni

A UNA MOSTRA DI RODIN

Escono dalle viscere aperte della pietra figure di

levigata carne luminosa con scatto di muscoli

schiene erette mani levate al cielo, senza speranza

cade l’eterna giovinezza di Icaro sulla lastra della

Terra, fra buchi e pieghe del sasso è il naso spez

zato in mezzo alla deforme dignità del vecchio

viso, socchiude le palpebre nel diafano profilo

una femminilità di pietra, dorso chino sopra un

sussurro candido la carezza posata sulle linee on

dulate nel marmo di un’avvolgente capigliatura di

donna.

Si muove la scena di pietra davanti alla mia immo

bile essenza.