La Bandiera Di Vittorio

Dal Volume “Qualcosa di inabitato” Edizioni EDB, Milano 2013
Stelvio Di Spigno

Da piccolo mi facevi vedere
la metà del cielo che è andata a riposare
nelle Americhe dei soldati partigiani,
quelli che vinsero la guerra per noi, poi
mi fischiettavi il silenzio militare, imparato
da giovane, e io mi addormentavo
come ogni bambino che si sente sicuro,
perché c'eri tu a fare da guardia: tenere lontano
gli incubi, poteva solo la tua grande mano,
che ha stretto 92 anni di vita e una sola morte,
arrivata nel tempo che a te più piaceva,
il 31 di luglio, quando si stava già da un mese
nell'adorata Gaeta. Ora io ti penso in mille
modi: il vuoto che hai lasciato è un oceano
di sangue e lacrime, e proprio non si asciuga,
e nemmeno potrebbe se anche lo volessi.
Cosa fa un morto accanto a un giovane?
Gli ricorda la strada da seguire, specie se come me
si perde, non fa testo, non riesce a vivere
di suo. E allora ecco che ricompari: ti metti
dentro, mi fai l'eco, ancora fischi motivetti cari,
giurandomi che sto vivendo, che ne vale la pena,
che oltrettutto non c'è scelta, e io faccio ciò che vuoi,
mi stringo a te piangendo scrivo una poesia,
prendo il cibo a cui tenevi tanto e lo riporto
più vicino alle mani, perché non si perda
neanche una parola, e il ricordo, anche se sacro,
mi faccia andare avanti con te come bandiera.