GLI APPELLI DI SALVINI E LANDINI APRONO LA VIA A UN GOVERNO DI EMERGENZA DI MARIO DRAGHI?
- 19 dicembre 2019 Politica
Il commento di Walter Galbusera, già segretario generale della Uil metalmeccanici di Milano, ora presidente della Fondazione Anna Kuliscioff, dopo i recenti auspici di Landini e Salvini.
L’appello del
segretario della Cgil Maurizio Landini a dar vita a un patto sociale
“per evitare che il paese si sbricioli sotto i colpi di una processo di
deindustrializzazione“ fa il paio con l’
invito
di Matteo Salvini a “mettersi tutti attorno a un tavolo per riflettere sui rischi che l’Italia sta vivendo”.
Gli obiettivi dichiarati sono diversi ma le considerazioni assai
simili. Landini vede la possibilità di entrare tra gli azionisti di
maggioranza di uno schieramento politico che ha bisogno di alleati
mentre Salvini vorrebbe una tregua per risolvere i problemi più urgenti e
poi tornare a votare. Entrambe queste posizioni potrebbero avere al
momento solo natura tattica.
Il segretario della Cgil vorrebbe una legislazione del lavoro
completamente riscritta che parta dall’eliminazione del Job’s Act e
l’applicazione (frettolosa) dell’articolo 39 della Costituzione che
riconosca ai contratti sottoscritti dalla maggioranza di sindacati e
imprenditori efficacia di legge. Non entra però nel merito con proposte
concrete anche per gli articoli 40 e 46 della Suprema Carta che parlano
di regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero e di
partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese.
Da parte sua il “Capitano” della Lega non è esplicito sulle
soluzioni da offrire per le più gravi emergenze. C’è però una differenza
non di poco conto perché la Lega fa trapelare il nome dell’ex
governatore della Bce Mario Draghi, il quale, da fine diplomatico, si
guarda bene dal mandare segnali di riscontro. Maurizio Landini non è
certo ostile allo status quo ma pone condizioni difficilmente ricevibili
nella loro sostanza.
L’unica cosa chiarissima è che, pur offrendo disponibilità di
natura diversa, si rendono conto che la situazione potrebbe precipitare.
Il clima è quello di una situazione di emergenza che dalle crisi
aziendali potrebbe allargarsi al sistema bancario e mettere in ginocchio
per l’intero sistema economico-finanziario.
Non è la prima volta che il nostro paese ricorre a governi di
unità nazionale. Se si escludono i governi del Cln, che furono travolti
dalla guerra fredda, abbiamo esempi molto più recenti come quello di
Andreotti del 1978 e di Monti del 2011. È altrettanto evidente che
mettersi tutti (o quasi) al tavolo, comprese le forze sociali, significa
partire dalla consapevolezza che la situazione è molto grave.