L’AMMORE NUN è AMMORE?

Al Teatro Franco Parenti

Ultimi giorni, fino al 3 febbraio, per vedere al Parenti due spettacoli. Il primo è “Perfetta”, monologo che racconta quattro martedì identici, tranne che per gli stati d’animo e le percezioni della protagonista che cambiano a causa del “ciclo femminile”, un tabù di cui gli uomini sanno pochissimo e la nostra civiltà non sembra contemplare. Una radiografia sociale, emotiva e fisica, di ventotto comici e disperati giorni della vita di una donna, in cui tutte possono riconoscere le proprie emozioni e fragilità, ma soprattutto un tentativo di consapevolezza femminile. Sul palco l’esplosiva Geppi Cucciari che, dopo i successi TV, con il suo senso per la battuta e per l’umorismo cinico, sposa perfettamente i “colori” di un autore come Mattia Torre.

I sonetti di Shakespeare “traditi” e reinterpretati dal poeta napoletano Dario Jacobelli, scomparso di recente, che dedicò gli ultimi anni a tradurli in napoletano per i suoi amici più cari, donando un linguaggio nuovo ad uno dei più grandi classici. Con “L'ammore nun è ammore” Lino Musella conferma il suo talento e trasforma i 30 sonetti del Bardo, in versione napoletana, in uno spettacolo intenso e vibrante. Col fare leggero di un poetico “Pulcinella” si cala nei panni odierni di ganzo, anziano e funambolo, per raccontare l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua brutale, violenta ma anche dolce, viscerale e coraggiosa.

Va in scena dal 6 al 10 febbraio “La Notte poco prima delle foreste” l'opera che consacrò al teatro francese nel 1977 Bernard-Marie Koltès, cantore di emarginazioni e poeta della solitudine, morto a 41 anni. I suoi temi assoluti affiorano in una partitura per voce solista sui problemi dell’identità, della moralità, dell’isolamento e dell’amore infelice. Pierfrancesco Favino interpreta, con grande intensità e maestria, il denso e pungente monologo, che accompagna lo spettatore per le strade in cui non ha camminato, nei luoghi in cui non è stato. Dice il regista Lorenzo Gioielli: “Nella notte poco prima delle foreste, poco prima del punto di non ritorno della nostra umanità, poco prima della fine del mondo, un uomo, uno straniero, un diverso che ha tentato in tutti i modi di diventare un eguale, ferma nella pioggia un ragazzo. Che sembra un bambino. Immacolato. Qualunque cosa aggiunga... limiterebbe la dolorosa vastità dell’interprete e minimizzerebbe la sconcertante bellezza del testo".

Grazia De Benedetti
Teatro Franco Parenti - via Pierlombardo 14, tel. 0259995206 - www.teatrofrancoparenti.it

L'INGLESE CANTANDO

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