Rigenerazione urbana. Casa e lavoro per le donne vittime di violenza, la ‘Ri-Nascita’ di Cascina Carpana

Sarà riqualificata e aperta a tutti. Tancredi: “Un progetto di straordinaria valenza sociale”

Porta il titolo programmatico di ‘Ri-Nascita’ il progetto che darà una nuova vita a Cascina Carpana. Siamo in zona Porto di Mare nel Municipio 4, in via San Dionigi 121, nel quadrante sud-est della città che già sta vivendo molte trasformazioni, frutto delle politiche di rigenerazione della città.
Ora si aggiunge un nuovo tassello: l’associazione SVS DAD (Donna Aiuta Donna) Onlus si è aggiudicata in qualità di capofila - in via ancora provvisoria, l’aggiudicazione definitiva è attesa a breve - la concessione in diritto di superficie per una durata 90ennale del complesso cascinale dell’800, messo a bando dall’Amministrazione, che ne è proprietaria, nel settembre scorso, con un progetto il cui obiettivo prioritario è garantire un luogo sicuro alle donne vittime di violenza con figli minori, per il periodo necessario a costruire le basi per la propria autonomia economica e abitativa, in collaborazione con la Rete territoriale interistituzionale antiviolenza (Rtia) coordinata dal Comune di Milano.  

Il complesso è composto da diversi edifici, uno dei quali già in custodia come deposito a Italia Nostra nell'ambito delle attività di riqualificazione delle aree verdi di Porto di Mare, rinate negli ultimi anni proprio grazie alla scelta del Comune di affidarne la gestione all'Associazione. Ed ora potranno tornare ad animarsi anche gli altri sette edifici, che coprono una superficie molto estesa di quasi 1.800 mq stimati cui si aggiungono oltre 460 mq di portici e altri 19mila mq di aree esterne, in cui si concentrerà il nuovo progetto.    

‘Ri-Nascita’ intende fornire ospitalità alle donne vittime di violenza in un luogo sicuro in cui porre le basi per trovare o ritrovare la piena autonomia, con l’avvicinamento ai temi della formazione, del lavoro, della professionalità e dell’indipendenza economica. Formazione e lavoro saranno offerti anche ad altre donne in condizioni di disagio, pur non residenti in Cascina, attraverso le previste attività di ristorazione e un esercizio commerciale aperti a tutta la cittadinanza. In sinergia con l’associazione di volontariato Casa delle donne maltrattate (Cadmi) e con quella sportiva dilettantistica CampaCavallo, SVD DAD Onlus promuoverà anche la conoscenza e la fruizione della Cascina: saranno organizzate iniziative che portino gli abitanti del quartiere, e non solo, a vivere momenti di coesione sociale all’aria aperta, verrà proposta ai più giovani una frequenza sportiva regolare, attivati laboratori specifici di Pet Therapy (IAA) rivolti a ragazze e ragazzi disabili, e ideati percorsi dedicati alle scuole per prevenire i fenomeni di marginalità e disagio sociale, anche sostenendo gli insegnati nel loro ruolo.  

 “Nell'area Porto di Mare/Rogoredo - è intervienuto l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi - territorio fino a qualche anno fa più noto come ‘boschetto della droga’, debellato dall'azione incisiva del Comune, di Italia Nostra e di altre istituzioni, nasce un progetto di straordinaria valenza sociale, un luogo sicuro dedicato alle donne vittime di violenza, nella Cascina Carpana che sarà completamente riqualificata. Un esempio unico di rigenerazione urbana e sociale, che contribuirà al grande processo di rinnovamento di questo quadrante urbano”.  

 “Il progetto presentato - ha spiegato Alessandra Kustermann, presidentessa di SVS DAD - è nato dalla volontà di creare un luogo sicuro dove le donne e i loro figli, uscite da un'esperienza di violenza domestica, possano recuperare la serenità psicologica, acquisire nuove competenze professionali e trovare un'indipendenza economica che permetta loro di affrontare il mondo in autonomia. Sarà un luogo residenziale o diurno dove potranno sperimentare la loro capacità lavorativa in una modalità protetta per un anno, dopo una formazione specifica, per affrontare poi la ricerca di un lavoro esterno e di un’abitazione dove vivere con i loro figli. Contemporaneamente, grazie all'attività dell'associazione sportiva CampaCavallo, la Cascina sarà un luogo aperto per gli abitanti del quartiere Corvetto e di Milano, dove sarà possibile fare equitazione, pet therapy, lezioni di circo e giocare a pallavolo e pallacanestro nella corte lombarda”.  

“Abbiamo scelto di partecipare a questo progetto - ha aggiunto Manuela Ulivi, presidentessa di Cadmi - per sperimentare un'alternativa alle comunità mamma-bambino, mettendo a disposizione la nostra trentennale competenza nell'accoglienza e ospitalità delle donne che escono dalla violenza. La Cascina sarà ristrutturata ricavando appartamenti singoli in cui le donne e i loro figli possano trovare un luogo sicuro, dove sentirsi a proprio agio, per poter ripartire”. 

Più nel dettaglio, è prevista la realizzazione di una decina di appartamenti, ognuno con una superficie tra i 30 e i 40 mq, per l’accoglienza delle donne maltrattate e dei loro figli, di una cucina didattica anche a supporto dell’attività di catering, di uno spazio per la ristorazione e la socialità, di una caffetteria, un negozio di alimenti, un asilo per cani, un centro ippico in cui organizzare percorsi di benessere per adulti e bambini, laboratori artigianali ricavati nell’attuale fienile, oltre ad una zona espositiva e ad aule di formazione.  

Le aree esterne comprenderanno invece campi di calcetto e mini-basket, il dehor del ristorante, un parco giochi per bimbi e bimbe, un orto condiviso, un maneggio e anche una piazza a disposizione di un eventuale mercato.  

Per centrare gli obiettivi, sono necessari alcuni lavori di restauro conservativo e riqualificazione, soprattutto interna, di adeguamento degli impianti alle normative e di ridisegno degli spazi disponibili, da concordare con gli Enti preposti (Soprintendenza e Parco Agricolo Sud Milano), per i quali è infatti previsto un investimento complessivo pari a 3,678 milioni a cui si aggiungono 250mila euro per accantonamenti inerenti la messa in sicurezza, a carico dell’aggiudicatario.  

Gli spazi pertinenziali all’esterno potranno essere utilizzabili già nell’arco di un anno (e anche prima saranno possibili iniziative di animazione e sensibilizzazione al progetto), mentre per quelli all’interno si prevedono lavori di maggiore durata, di circa un anno e mezzo. 

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