UNA FAVOLA NERA TRATTA DA SOFOCLE

Il Teatro dell’Elfo continua a sfornare spettacoli molto interessanti e particolari. Dal 15 marzo al 14 aprile, in prima nazionale, è la volta di “Edipo re”, una favola nera, che, tratta da Sofocle, è tradotta e adattata da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia.

Il duo Frongia/Bruni  continua così la sua ricerca di segni perturbanti, in sinergia in questo caso con Antonio Marras, autore dei costumi, insieme a Ortensia Mazzei ed Elena Rossi, alla quale si devono anche le maschere. 

Lo spettacolo, interpretato da Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Mauro Lamantia, Valentino Mannias, è un viaggio visionario e musicale insieme a Edipo, “colui che sogna i sogni profondi”. -Un viaggio attraverso uno delle leggende più note che ci arrivano dal mondo remoto, eppure vicinissimo, della civiltà greca: l’Edipo re. -spiegano Bruni e Frongia.  La storia di un principe/bambino abbandonato dai  genitori che ne hanno ordinat la morte, è lui, diventato cavaliere, a uccidere  invece’un mostro e  ad essere  premiato con una corona di re e la regina in sposa. Peccato che così gli tocchi di uccidere suo padre e sposare sua madre, originando una catastrofe famosa che ha ispirato numerose variazioni  del capolavoro di Sofocle, da Seneca, a Dryden e Lee, a Thomas Mann, Hoffmansthal, Cocteau, Berkoff. -Ed è quello che vogliamo raccontare nel nostro spettacolo, coniugando la tragedia con la fiaba. -prosegue il duo- Una macchina infernale (come la chiama Cocteau), in cui ogni verso, ogni parola si fanno irti e frementi di dolorosa ironia e ambiguità. Il re smaschera sé stesso, si scopre mostro e si autopunisce...Il destino che lo travolge ha richiesto una bella complicità da parte sua: ogni passo per allontanarsi da un finale tragico lo ha invece avvicinato al suo infelice epilogo ed è in questo meccanismo implacabile che risiede l’ironia del fato: cercando di sfuggire al nostro destino cospiriamo con lui(...) La tragedia dà voce ai complessi rapporti che intercorrono fra libertà e necessità, che sono tra i valori fondativi del nostro essere uomini e rappresenta per noi, creature del ventunesimo secolo, una sfida che ci mette di fronte a tutto quello che non riusciamo a controllare con le armi della ragione, grande mito della modernità. Nella tragedia la concezione del tempo come flusso lineare viene rovesciata. Il passato non è passato, il futuro si ripiega su stesso e il presente è attraversato da riverberi di passato e futuro che lo destabilizzano-. 

Segnaliamo che fino al 10 aprile è tornato i “Libri da ardere” di Amélie Nothomb, in sala Fassbinder. Il tema dello spettacolo è molto attuale: la situazione d’emergenza di un gelido inverno di guerra altera brutalmente lo svolgersi di vite normali: a poco a poco i punti di riferimento crollano, travolti dal desiderio di sopravvivere che inverte e modifica ogni rapporto, intellettuale, affettivo, di potere e stravolge il senso intimo di ogni gesto, di ogni abitudine. Elio De Capitani interpreta di nuovo il professore, affiancato da Angelo Di Genio e Carolina Cametti, al posto di Cristina Crippa, che in questa nuova versione è la regista.

Grazia De Benedetti

INFO e PREVENDITA: Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33 - tel. 02.00.66.06.06 wapp 333 204902 lun – ven 10:00/19:00 – sab 13:00/19:00

biglietteria@elfo.org 

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