MANOVRA 2020
- 20 ottobre 2019 Politica
L'Ue chiede chiarimenti all’Italia sulle misure che più stanno facendo discutere il Governo
Proseguono le trattative nel Governo
per dare un contorno definitivo alla legge di Bilancio 2020. Oltre agli
attriti interni alla maggioranza, nelle scorse ore è arrivato anche il
primo colpo dall’Ue.
“Bruxelles chiederà all’Italia precisazioni sulla manovra del 2020 - ha affermato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. - Dove vediamo rischi di devianza dalle regole di bilancio della Ue chiediamo a questi Paesi ulteriori chiarimenti”.
Rimangono aperti diversi tavoli, non
poche tematiche su cui la maggioranza deve trovare una quadra e alcune
questioni che potrebbero trovare l’altolà dell’Ue.
Alla luce di questo quadro, elenchiamo le misure più a rischio per la manovra 2020:
- Inasprimento pene per chi evade, il
cosiddetto ‘Carcere per gli evasori’: nel decreto fiscale, licenziato
con la formula “salvo intese”, c’è un aumento da 6 a 8 anni di
detenzione per chi viene condannato per dichiarazioni fraudolente. Nella
fattispecie, soglie di punibilità più basse e innalzamento delle pene
fino a otto anni con il rischio più concreto, per gli evasori, di finire
in manette. All’interno della maggioranza ci sono divergenze sia sulle soglie di punibilità, sia sulla modalità di presentazione della misura. Si va avanti a trattare.
- Scontri anche sul ‘tetto contante’ e sulla multa sul Pos.
Pentastellati e renziani vorrebbero un allentamento della presa su
entrambe le misure, sostenendo che il rischio che vadano a impattare su
piccole attività e micro imprese, senza risolvere il problema dei grandi
evasori, è concreto. Ma il premier Conte, finora, ha tirato dritto. In
particolare ha fatto sapere che la riduzione del ‘tetto contante’ sarà
fatta e che non penalizzerà nessuno. Inoltre il premier sta lavorando
per abbassare le commissioni applicate alle carte. (L’ultima versione del decreto fiscale parla di una soglia di duemila euro per il biennio 2020-2021 e mille dal 2022 in poi).
- Altre divergenze di vedute nel Governo ci sono in merito alla rimodulazione delle partite Iva. La manovra prevede il ripristino del calcolo analitico
al posto del regime forfettario al 15% che era stato esteso fino a
65mila euro di ricavi. Il M5s non vede di buon’occhio la misura e nei
prossimi giorni si discuterà nella maggioranza per trovare una soluzione
condivisa.
- Taglio cuneo fiscale: ipotesi di
riduzione di circa 3 miliardi nel 2020, per giungere a un sforbiciata di
più o meno 6 miliardi nel 2021. I benefici sarebbero per i dipendenti, ma i grillini continuano a spingere anche per dare una boccata d’ossigeno alle imprese medio-piccole.
- Resta aperta anche la frizione su Quota 100
(misura simbolo della Lega nel precedente esecutivo) che il M5s non
vuole assolutamente scardinare. Totalmente opposta la visione di Italia
viva che ritiene la legge dispendiosa, utile a una ristretta fetta di
persone e deleteria per i giovani. I renziani la vogliono stralciare per
far recuperare alle casse dell’erario statale 600 milioni da destinare
alle famiglie.
C’è infine la Sugar tax,
un’altra norma che ha provocato una spaccatura nel Governo. L’imposta
colpirebbe le bevande con zuccheri aggiunti. Italia Viva ha già reso
noto di essere contrario e di aver intenzione di presentare un
emendamento per eliminarla.